L’esangue Charles De Ketelaere è il peggiore in campo. I mai domi Sead Kolasinac e Davide Zappacosta, quest’ultimo fermo al palo nel primo tempo, invece, i migliori per un’Atalanta da prova di maturità ij chiave scudetto rimandata al ciclo di ferro Juve-Inter-Fiorentina-Lazio spezzato a metà dall’ultima sosta per le Nazionali. Si produce ma non si segna. E dall’ultimo bottino pieno casalingo con l’Empoli, il 3-2 del 22 dicembre, 4 punti su 5 partite (e secondo occhiale dopo il Cagliari) davanti al pubblico amico: un amuleto al rovescio?

Carnesecchi 6: niente miracoli su Zerbin e Yeboah che ci arrivano molli e/o scoordinati. Bene nelle pochissime uscite.

Posch 6: misure non perfette, due fasi passabili. Ma Kossounou è tutt’altra cosa (28′ st Pasalic 6: la sfiora in gioco aereo per poi guidare uno sterile assalto).
Djimsiti 6,5: perno ideale quando non c’è Hien, quantunque mai costretto agli straordinari. Mezzo voto in più per la gestione ottimale della diffida. Ottavo per presenze in nerazzurro in A a quota 210, più 1 sul Papu Gomez (davanti, De Roon 296, Angeleri e Bellini 281, Toloi 249, Roncoli 229, Pasalic 220, Ferron 2017); decimo nelle assolute con 277 (davanti, Bellini 435, De Roon 385, Bonacina 331, Angeleri 324, Doni 323, Toloi 309, Roncoli 305, Ferron 294 e Pasalic 288).
Kolasinac 7: argina e riparte, creando l’asse preferenziale con lo sprecone Lookman.

Cuadrado 6,5: spinge a più non posso, duetta bene anche col quasi ectoplasmatico CDK, conclude in porta e becca il secondo legno del sabato pomeriggio (14′ st Bellanova 6: meno verve del compagno che ha una dozzina d’anni in più).
Ederson 6,5: efficace quasi solo nei recuperi, anche d’una decina di metri, al netto del primo pallone giocabile per l’attaccante più vivace e pure più sprecone.
De Roon 6: la media tra la palla persa e il recupero su Zerbin nella prima metà. Non combina ‘sto granché, costretto com’è ad arretrare a terzo di destra dai cambi infruttuosi.
Zappacosta 7: dà più di tutto finendo per smarrire lucidità, ma sempre meno di altri. Fermo al palo, che peccato: sarebbe cambiata la storia non solo di una partita stregatissima (42′ st Ruggeri sv).

De Ketelaere 5: molle ed esangue, non c’è verso che arrivi per primo su una seconda palla, senza essere un falco nemmeno sulle prime. Asseconda bene Cuadrado a inizio ripresa prima di sparare su Radu la pallonessa dell’altra ala (15′ st Maldini 5,5: pimpante all’ingresso, finisce per incartarsi e arretrare alla ricerca dell’attrezzo. Un rimpallino e poco più alla seconda presenza dal quarto di Coppa Italia col Bologna).
Retegui 6: mira storta, perché se le due in gioco aereo mica erano semplici, il rimorchio del colombiano era da schiaffare in porta. Spesso lottava contro tre (28′ st Samardzic 6: cerca d’accendersi ma il bulbo si scalda poco).
Lookman 6: livelli prestazionali vicini al massimo, alla fine a fregarlo è il mirino appannato. Quella sponda di Kolasinac da azione d’angolo era impossibile da non tramutare in oro. E ora la corsa all’impossibile si frena.

All. Gasperini 6: l’impressione è che dal gruppo, lasciato incompleto e incompiuto dal terrificante mix infortuni-mercato di riparazione, stia già ricavando il centocinquanta per cento. La lucidità è importante, anzi decisiva. In campo non ci va lui e nemmeno i correttivi risultano azzeccati, pur non essendoci obiettivamente altra scelta. I risultati incidono sul voto: abbattendo il Venezia anche di corto muso avrebbe preso almeno sette.

Simone Fornoni