Le pagelle col Napoli, inutile girarci intorno, risentono di un ko che ai punti avrebbe dovuto e potuto essere un bottino pieno. L’Atalanta gioca meglio, ma priva del cinismo da big qual è comunque diventata da tempo. E alla fine, quando si fanno i conti coi fatti, Ederson – avversario diretto del migliroe in campo, Anguissa – è responsabile dell’1-1 che dà il la alla rimonta da 2-1 altrui nel primo tempo, come Scalvini e in parte un peraltro fin lì ottimo Hien lo sono sul matchball di un Lukaku incapace prima del 78′ di combinare alcunché.

Carnesecchi 5,5: al dunque sembrava voler uscire, salvo compiere i due passettini indietro fatali. Dagli altari alla polvere, non solo per colpa sua.

Djimsiti 5,5: soffre Neres per tutto il primo tempo, anche se in definitiva gli va via una sola volta e non sul gol. Non lo si poteva certo cambiare a meno di non voler arretrare De Roon o rischiare il veterano Toloi contro una punta coi retrorazzi… o sì?
Hien 6: francamente da 7,5 almeno prima del mistero insondabile dello scambio di marcature col compagno di linea. Se il patatrac non è suo, vi partecipa, perché se fosse uscito su Anguissa come aveva fatto col match winner si parlerebbe d’altro. Fuori per Como, il francese lo costringe al giallo da squalifica.
Scalvini 5,5: eh beh, se sei su Lukaku per qualunque motivo e lo lasci fare, la sufficienza se ne va. Senza offesa e anche dopo una prova gagliarda (38′ st Brescianini sv).

Bellanova 6,5: spinge e appoggia sempre, peccato che CDK non la metta. Come e in quanto poco tempo cambiano le partite: 8 minuti e Lukaku fa calare il buio.
De Roon 6: traccheggia in mezzo, dove rimane sottotraccia, senza riuscire a mettere la pezza sull’1-2 dell’avversario diretto perché l’errore in uscita del partner di linea fa saltare tutta la catena.
Ederson 5,5: un solo errore, a conti fatti, ma decisivo per farsi ribaltare dopo un ottimo avvio. La pressione di Anguissa gli è fatale, perché Neres sta appiccicato al compagno e lo serve per il rimorchio del 2-1 di McTominay.
Ruggeri 6,5: due fasi con ordine, al riparo da pericolose avventure e alla larga dalle responsabilità dirette sui gol presi. Anzi, con lui a vangare il prato si era tornati in pieno controllo (22′ st Zappacosta 6: niente di che, avvicendamento per rischio secondo giallo).

Samardzic 6: promosso un po’ a sorpresa, aveva destato miglior impressione con la Juve, forse perché stavolta da titolare ha avvertito il peso delle deleghe da sottopunta di fantasia. Bell’avvio, poi si spegne (32′ st Pasalic sv).

Retegui 7: non ha ancora il full time di autonomia, ma alla seconda partita su due dopo le tre forzate spettatore mette il timbro e una volta uscito la differenza si sente (23′ st De Ketelaere 6: l’occasione se la cerca ma non la sfrutta anche per il riflesso di Meret).
Lookman 7: a volte sembra sbattere contro ostacoli invisibili, ma quando accende il turbo non c’è n’è per nessuno (32′ st Zaniolo sv). 

All. Gasperini 6,5: non fa cambi arrischiati, col pensiero rivolto allo Sturm Graz da battere prima di tentare l’impresa a Barcellona col Como in mezzo, ma non ne ricava alcunché o quasi. Del resto, dal 55′ del pari a quota 2 al colpo del ko del belga, se qualcuno doveva vincere la sfida delle panchine era il vate del calcio bergamasco. Non si lamenta della coperta corta dietro, nonostante la lungodegenza di Kossonou farebbe invocare a chiunque un correttivo in grande stile nella finestra di gennaio, e questo gli fa tantissimo onore. Ce n’è una pure davanti, dove il grosso del minutaggio è giocoforza sempre degli stessi, anche se lui s’è stancato di ripeterlo.

Simone Fornoni