Passo indietro in campionato, ma forse non dall’andata dei playoff di Champions League per l’Atalanta, incappata nella settima partita stagionale a bocca asciutta sotto la porta nemica. Alla fine le occasioni sono arrivate lo stesso, ma un reparto offensivo fin troppo spuntato, con Mateo Retegui da rimessaggio, non è riuscito a sfruttare le poche chances concesse da un Cagliari nemmeno tanto barricadero.
Carnesecchi 6: occhio alle uscite di pugno, poi spunta un ex come Zortea…
Posch 6,5: Marchetti vede la spinta su Caprile e ne azzera il bonus-assist da fantacalcio, in una partita in cui ha contato qualcosa anche il muro sul sullodato esterno ospite.
Hien 6: applicato ma talora distratto, vedi un mezzo rimpallo a metà primo tempo. La tendenza ad annullarsi con Piccoli è una certezza che manco l’algebra. Salva su Deiola, pur non essendo l’impresa del secolo.
Toloi 7: si guadagna pure una punizione che il Chapita manda dritta su Adopo, scambiando con Cuadrado a variazione del copione avvenuta. Dietro, in anticipo e in chiusura tramite diagonali di sapore belliniano, va ancora a mille. Prestazione di grande orgoglio uscendo spesso altissimo sulla mezzala.
Cuadrado 6: verso il ventesimo si scambia con Brescianini e va alto a sinistra in un modulo che rasenta il 4-2-3-1 restando comunque sul filo del rasoio. Da laterale aveva messo qualche buon pallone, poi prova un girellone improbabile (11′ st Palestra 6: la media tra un recupero stitico che favorisce il quasi gol di Deiola e la palla dentro per De Ketelaere che conosce lo stesso esito perché Mina si mette in mezzo). Sulemana 6: unico ex di turno sul fronte di casa, non merita né demerita, traccheggiando in mezzo come può (29′ st De Roon 6,5: entra, presidia la zolla e un po’ di pepe nel popò ai compagni riesce a metterlo, perché di lì in avanti è assedio stile Fort Alamo. Con una punta vera in forma sarebbe stata vittoria).
Pasalic 6,5: alla fine deve tentarla lui pressoché alla disperata, oscillando avanti e indietro a seconda delle fasi tattiche. Ma nemmeno lui è una punta e, pur encomiabile come riferito dal manico nel dopogara, non ne ha la stessa percentuale di realizzazione.
Ruggeri 6: gran recupero per evitare guai subitanei dall’asse dei volti noti tra Zortea e Piccoli, poi fa praticamente il terzino quando si difende a quattro. Gli manca lo slancio della scorsa stagione.
Samardzic 5,5: in ritardo perenne, vedi pallonessa di Cuadrado da arpionare per farci un manicaretto, è bravo soltanto a cercarsi la prima conclusione nello specchio dell’intera partita in un primo tempo bruttarello e a corrente alternata (1′ st De Ketelaere 5,5: gli manca con drammatica evidenza il killer instinct in area, un po’ di sangue agli occhi e quella palla di Palestra l’avrebbe scaraventata in porta). Brescianini 6: passa a destra in apparenza come quinto, in pratica da esterno alto. Diligente quanto privo di guizzi, oltre a martellare non fa (21′ st Ederson 6: il filtrante per la chance di Vlahovic è un tè nel deserto, ma rimane sabbia anche nella casella dei marcatori).
Retegui 5,5: la punizione a due con Pasalic deviatagli in angolo da Adopo è la predica da un pulpito che fa presto a diventare di cartone. Pochi palloni (11′ st Vlahovic 6: bel diagonale, bravo Caprile a prenderglielo e anche fortunato sul rimbalzo).
All. Gasperini 6: tema tattico controverso e sette cambi rispetto a Bruges, ma il momento è difficile e i rischi vanno contenuti. Ha affermato di credere di più in zio Vanja, là davanti, e pure in Federico Cassa. Entrambi si sono già procurati un rigore a cranio e poco importa che col Como e prima ancora col Torino quello di Lookman non sia bastato e quello di Super Mario non sia entrato…
Simone Fornoni