Si fa fatica a trovare parole, immagini, rime e/o frasi celebri. L’Atalanta, tanto per cambiare, vince in scioltezza. 2-0 sul Napoli che cullava speranze, seppur residue, di rimonta. Senza eccessiva fatica, il tanto che è giusto. Senza mai correre pericoli, manovrando, controllando e, quando è scoccata l’ora, vincendo con due gol, nei primi minuti del secondo tempo. Ci hanno pensato, senza farsi problemi, prima Pasalic, che ha così riscattato un primo tempo deludente, e poi Gosens. Era l’undicesimo del secondo tempo. Ebbene, in quel preciso momento è finita la partita. Settima vittoria consecutiva, nona tra campionato e Champions, 82 gol in campionato per un totale di 99 (e i 100 gol sono ad un passo) complessivi. Poi le 400 panchine per Gasperini. Il nostro maestro del gioco del calcio ha attuato una strategia speciale col Napoli: controllare senza spingere, giocare di fraseggio, sapendo che anche il Napoli pratica il bel gioco. Poi forzare il ritmo e le due triangolazioni sulla destra Gomez-Castagne per il primo gol di Pasalic e poi quella tra Toloi e il solito Castagne per il raddoppio di Gosens sono la chiara dimostrazione di un gioco perfetto, simmetrico, quasi da scienza esatta. Difficile trovare un atalatino che abbia deluso: Gollini una parata decisiva su Lozano, i tre difensori Toloi, Caldara e Djimsiti attenti e incisivi. Poi gli esterni: Castagne costruisce e Gosens segna. Freuler e De Roon uno meglio dell’altro. Gomez, ormai, fa quello che vuole, un quadro d’autore nella più ricca pinacoteca del calcio. Infine Zapata che ha costretto Maksimovic ad una serata dispendiosa. E poi un altro esordio, quello del difensore croato Bosko Sutalo.
Spesso nel calcio il mondo va alla rovescia. Prendiamo Atalanta-Napoli, fino a qualche anno fa era una partita proibitiva con un pronostico scontato o quasi. Adesso il vento gira nel verso giusto e Bergamo è sempre più alla ribalta del calcio. Non ci sono novità nelle formazioni anche se Gasperini recupera Palomino che va a sedersi in panchina, Gattuso manda in campo l’assetto consolidato con i piccoletti in attacco. Per un quarto d’ora Atalanta e Napoli e cercano, soprattutto, di offrire il fianco all’avversario. A centrocampo Freuler si occupa di Fabian Ruiz e De Roon di Zielischi, Gomez si assesta, dopo un paio di minuti, a centrocampo e da lì imposta le azioni dei nerazzurri. Infatti è suo il tiro più pericoloso del primo tempo costringendo Ospina a spedire in angolo. Bel duello Zapata-Maksimovic, più di clava che di fioretto. Come sempre i nerazzurri impostano allargando il gioco ad ampio vantaggio, poi via allo spunto al centro ma il Napoli si difende con la sua linea a quattro senza sbavature. Pasalic fatica ad emergere dalle onde, un po’ trequartista, un po’ seconda punto ma non riesce a trovare l’affondo. Il Napoli è costretto a cambiare il portiere a metà del tempo: Ospina si scontra con Mario Rui su una punizione di Gomez, il portiere colombiano è costretto ad uscire e viene sostituito da Meret. Non ci sono particolari emozioni. Che nascono subito all’inizio del secondo tempo: sulla destra combinazione stretta tra Castagne e Gomez, cross del Papu per il liberissimo Pasalic che, insacca di testa, tutto solo nel bel mezzo dell’area piccola. Scambi perfetti tra Toloi e Castagne, sembrano due ali, ed è confezionato il 2-0, da destra a sinistra, da Gosens. Sono trascorsi poco più di dieci minuti e la partita termina qui. Per il resto del tempo, fino al 49’, è pura accademia. Una bella parata di Gollini su Lozano. E la solita ridda di sostituzioni che non cambiano l’andamento della partita.
Giacomo Mayer