Il 2 giugno 1963, a Milano, c’era Pierluigi Pizzaballa. Era la finalissima di Coppa Italia col Torino, le sostituzioni non esistevano e il secondo nemmeno poteva accomodarsi in panchina. Il 14 ottobre successivo, nello spareggio di Coppa delle Coppe a Barcellona con lo Sporting Lisbona, invece, tra i pali c’era lui, Zaccaria Cometti, volato via a parare nei cieli stamattina nella sua abitazione di Romano di Lombardia, a 83 anni, essendoci nato il 7 gennaio 1937. A strapparlo alla storia dell’Atalanta e alla gloria, sempre il nemico di questi tempi tristi, lo stramaledetto Coronavirus.
Un eroe di coppe che precedette nella fama il grande rivale del ruolo, la figurina mancante, anche se per tanti anni la numero 1 spettò proprio al romanese Cometti, a lungo nello staff tecnico nerazzurro dopo il ritiro dal calcio giocato avvenuto a Trento in C nel 1972 dopo un biennio. Cresciuto nella Fiorita, società locale, fu nerazzurro dal 1957 al 1970 con 204 presenze: 177 in campionato, 11 in Coppa Italia, 6 in Coppa Rappan, 4 in Coppa dell’Amicizia, 5 in Mitropa Cup e 1 in Coppa delle Coppe, appunto, il 14 ottobre 1963, nello spareggio di Barcellona con lo Sporting Lisbona (3-1 per i portoghesi) del primo turno dopo l’infortunio patito da Pizzaballa nella gara di ritorno in Portogallo il 9 (stesso punteggio; 2-0 per i padroni di casa, invece, il 4 settembre a Bergamo).
Un attimo di gloria regalatogli da una lussazione al gomito del “Ligi”, mentre nella gara precedente, in corso d’opera, c’era dovuto andare l’attaccante argentino Salvador Calvanese. Cometti, tecnico nelle giovanili dal 1975 al 1977, fu quindi vice della prima squadra fino al 1990, da Titta Rota – allenando anche il grande rivale, tornato a fine carriera – a Emiliano Mondonico passando per Bruno Bolchi, Giulio Corsini, Ottavio Bianchi e Nedo Sonetti. La chiusura nel ’92, esclusivamente da preparatore dei portieri, sotto Bruno Giorgi che aveva sostituito Piero Frosio, prima dell’avvento di Marcello Lippi in panchina.
L’Atalanta Bergamasca Calcio, dal canto suo, ne commemora la grande figura attraverso una nota di cordoglio sul sito ufficiale. “Atalanta in lutto per la scomparsa di Zaccaria Cometti. Bergamasco di Romano di Lombardia, Cometti è uno dei portieri cresciuti alla scuola di Carletto Ceresoli, gioca in Prima Squadra per 11 stagioni, diventa poi allenatore del vivaio, quindi allenatore in seconda ed infine, dal 1975 al 1990, allenatore dei portieri. In totale sono 38 anni: è un assoluto esempio di fedeltà ai colori nerazzurri – si legge -. Zaccaria Cometti fa parte dell’indimenticabile e storica Atalanta che il 2 giugno 1963 a San Siro supera in finale 3-1 il Torino conquistando la Coppa Italia. È da considerare tra gli atalantini di sempre. Il Presidente Antonio Percassi e tutta la famiglia Atalanta partecipano al dolore dei familiari ai quali rivolgono le più sincere e commosse condoglianze”.