Milan – Atalanta 2-0 (0-0)MILAN (4-2-3-1):
Maignan 6; Calabria (cap.) 6,5 (35′ st Florenzi sv), Kalulu 6,5, Tomori 6,5, Hernandez 7; Tonali 6 (18′ st Bennacer 6), Kessie 6; Saelemaekers 5,5 (9′ st Messias 7), Krunic 6,5 (34′ st Bakayoko sv), Leao 6,5; Giroud 5,5 (10′ st Rebic 5,5). A disp.: 1 Tatarusanu, 83 Mirante, 13 Romagnoli, 46 Gabbia, 5 Ballo-Touré, 10 B. Diaz, 11 Ibrahimovic. All.: Stefano Pioli 6,5.
ATALANTA (3-4-1-2): Musso 5,5; De Roon 6, Palomino 6 (35′ st Demiral sv), Djimsiti 5,5; Hateboer 5,5 (35′ st Scalvini sv), Koopmeiners 6, Freuler (cap.) 6, Zappacosta 6,5; Pasalic 6 (10′ st Malinovskyi 6), Pessina 5 (25′ st Boga 5); Muriel 5,5 (10′ st Zapata 5,5). A disp.: 31 Rossi, 57 Sportiello, 3 Maehle, 20 Mihaila, 59 Miranchuk. All.: Gian Piero Gasperini 5.
Arbitro: Orsato di Schio 5,5 (Preti di Mantova, Giallatini di Roma 2; IV Rapuano di Rimini. V.A.R. Irrati di Pistoia, A.V.A.R. Dionisi di L’Aquila).
RETI: 11′ st Leao (M), 30′ st Hernandez (M).
Note: mezza serata calda, spettatori 73.304. Ammoniti Giroud per proteste, Koopmeiners, Kessie, Malinovskyi e Bennacer per gioco scorretto. Tiri totali 9-11, nello specchio 6-2, respinti/deviati 3-3, parati 2-2. Var: 2. Corner 4-6, recupero 2′ e 4′.
Milano – Minuto 56: Leao spezza la parità e la partita, Atalanta virtualmente fuori dall’Europa e tricolore virtualmente cucito sul petto del Diavolo. Minuto 75: Boga la perde, Krunic accende Hernandez che si fa sessanta metri a scarta-birilli accentrandosi per raddoppiare e sancire contemporaneamente la fine vera e propria del ciclo di Gian Piero Gasperini. Sempre più ottavo a meno 1 da quota 60. I nerazzurri, a schieramento prudente, pagano il crollo fisico-atletico senza produrre granché né osare praticamente mai affossandosi sul campo del Milan campione d’Italia in pectore.
A ruota di una partenza contratta Pasalic al decimo taglia verso il fondo riuscendo appena a deviare la palla di Zappacosta figlia della catena mancina con Freuler, mentre il futuro rompighiaccio attira i raddoppi di Palomino tendendo a girare molto al largo. La loffia dalla lunga di Tonali (18′) a tiro del muro tucumano su Hernandez non spaventa nemmeno i tabelloni pubblicitari e difatti il problema numero uno nerazzurro è Muriel, che tiene alta la squadra per ipotesi, smista male e scollinato il ventesimo si accascia toccandosi tra coscia e ginocchio sinistro. Il cafetero ha le gambe di marmo, altrimenti Calabria non potrebbe recuperarlo sul la del croato (27′) prima della girata acrobatica del suo perno sugli sviluppi del corner numero uno a favore, o Tomori frapporsi tra la sua convergenza da mancina e il possibile suggerimento all’avanzante Koopmeiners alla mezzora.
Una loffietta al pari della sganciata radente di Saelemaekers a una decina dalla pausa al culmine di una variazione al copione del portoghese, buona solo per farsi annotare alla voce ipotesi di chances. Una ripartenza strozzata Freuler-Pasalic-Pessina libera il laterale di Sora alla delpierata a giro larga dal vertice di competenza (38′), mentre ha la mira altissima pure lo spauracchio della vigilia (42′) liberato dal terzino marsigliese e da Krunic venutigli a sostegno. Poco più tardi, il caso Var senza nemmeno il check sul contatto Djimsiti-Giroud lanciato lungo da Tomori: era al limite, niente decisione, giallo al francese per proteste.
La ripresa inizia con Calabria a sporcare, alzandola sopra la traversa, la nuova preghiera zappacostiana (2′), e Theo a mancare di poco il calcio franco del vantaggio (9′). Il patatrac è nel recupero di Kalulu su Pessina e nel lancione di Messias per la sgroppata verso destra con bomba dell’uomo più temuto in mezzo alle gambe di Musso. La reazione produce qualcosina dal duo tra Malinovskyi (squalificato per la trentottesima) e l’altro nuovo entrato Zapata, che se la sposta sul destro da dentro l’area trovando solo la curva (16′) per aprire poi all’eccesso la svettata da corner (27′). Il brasiliano ex Crotone la tenta dalla distanza (39′) su apertura dell’eroe del bis, Rebic prova l’incursione fermato definitivamente dal portiere argentino e all’ultimo (41′), dopo una botta dell’ivoriano sporcata, la doppia Zeta si aziona per la girata del colombiano: Tomori non stoppa (check sul braccio, non c’era), ma Maignan sì mettendoci il piedone. La passerella con l’Empoli, a meno di un suicido impossibile delle concorrenti alla passerella finale, varrà solo come saluto ai tifosi.
Simone Fornoni