di Simone Fornoni

Per evitare l’assalto degli sciacalli, vedi screenshoot in coda all’articolo, sarebbe utile non avere carcasse da lasciare esposte al sole. Altrimenti sono rogne. A Bergamo, pardon a Zingonia, si fatica a capirlo e il peso politico della vicepresidenza della Lega di Serie A in mano a Luca Percassi non viene signorilmente ritenuto una cassa di risonanza dove alzare la voce a tutela dei propri interessi. Il problema, però, si pone lo stesso, perché il silenzio nel Belpaese non paga, venendo ritenuto un sintomo di insicurezza e di debolezza. Ai nemici giurati e un po’ troppo rosiconi dell’Atalanta l’esclusione dell’odiata realtà (gli interessi in gioco attirano astio, a dir poco) dalle competizioni Uefa non è bastata. Per le loro papille gustative da masticatori di una cultura sportiva da quarto mondo, nel bel mezzo di un livore estivo aggravato da qualche colpo di sole pure in termini di civiltà giuridica e nozioni base dello Stato di diritto, la sospensione di José Palomino per positività al Clostebol metabolita da parte del Tribunale Nazionale Antidoping deve avere proprio il sapore del sugo sui maccheroni.

In attesa delle contro-analisi, da effettuare entro tre giorni dalla predetta notifica, per la squadra e la dirigenza nerazzurra i nodi da sciogliere restano tanti. Anzi, rischiano di aggrovigliarsi. Al netto delle ricadute rovinose sul piano dell’immagine, vista la nomea di chi corre in eccesso e non si sa perché, a dispetto delle classifiche che anche nell’ultima stagione hanno visto i nostri quasi a metà del guado come chilometraggio, del colpo da ko in mezzo alle gengive del comunicato Nado Italia (l’organizzazione nazionale antidoping) sta purtroppo risentendo anche il calciomercato. Nuno Tavares pare (è) sfumato come Andrea Pinamonti perché il front office atalantino, esattamente come nel caso esposto in premessa, roba da sale grosso su tutte le ferite pregresse, rimane fermo su posizioni inconciliabili con una realtà del tutto simile a una guerra. Come per il tucumano si rinuncia a esprimere una qualunque posizione, figurarsi se assomigliante almeno da lontano a una forma di difesa e di autodifesa, o a far conoscere al pubblico dei tifosi una qualunque strategia, in termini di operazioni a tavolino ci si irrigidisce nella convinzione di poter avere mano libera perfino sui prestiti. O con diritto e senza recompra, o niente.

Risultato? S’arroccano nelle loro posizioni anche le controparti, l’Arsenal e l’Inter, con quest’ultima ad aver già trovato l’accordo con la Salernitana. Come dire che una compagine fuori dall’Europa dopo un quinquennio, ben conscia di avere molto meno appeal per stessa ammissione della nuova coppia di maghi del mercato Lee Congerton-Tony D’Amico, può permettersi di dettare condizioni su giocatori che non compra. Se sono obiettivi per scongiurare la coperta corta, rispettivamente a sinistra e in avanti, allora i compromessi sono necessari. Se si vuole un diritto di opzione a venti milioni, leggi 2000 mancino portoghese, perché non sborsarli subito per un trasferimento definitivo? E se non si intende rimanere ostaggio dell’infermeria per il doble colombiano Duvan Zapata-Luis Muriel, perché fare tante storie per un diritto a venti con la ricompra al doppio? La smania di controllo pieno sui tesserati, quando sei reduce da un ottavo posto crollando nel girone di ritorno, non ha ragion d’essere, non ti dà corda anima viva. Hai voglia, poi, a dire che Fabiano Parisi dell’Empoli è uguale a Nuno, anzi meglio, perché “controllabile”. Lì c’è il Nizza come rivale: meglio la Città dei Mille o la Costa Azzurra, per un ventiduenne?

In conclusione, l’affaraccio-Palomino e la compravendita di scarpe tacchettate saranno piani diversi, ma gli esiti a tutt’oggi parlano una lingua sola. E non stanno purtroppo dando ragione a una linea di condotta che, sforzandosi di portare avanti un progetto che ha subìto intoppi mica da ridere, guarda ben poco al qui e all’ora. Ed è qui e ora che al tavolo delle trattative piovono i no. Idem per le sentenze frettolose del tribunale del popolo dei tifosacci rosiconi e ostili per una pomata usata per cicatrizzare le ferite e per le emorroidi. Non si deve dare sulla voce agli sciacalli qui sotto soltanto per il vezzo di recitare la parte dei galantuomini? Nel calcio serve fare i figli di buona donna. Altrimenti, addio ai sogni di gloria: il ritorno all’anonimato, dopo le grida degli ultimi due giorni, è assicurato.