L’Atalanta ha perso ma non è stata sconfitta. No, non è un paradosso perché il Real ha vinto, certo, grazie al gol di Mendy, ma soprattutto per l’aiuto sostanzioso di Tobias Stieler, arbitro tedesco che ha espulso, tra lo stupore generale, Remo Freuler dopo 18 minuti. Atalanta-Real Madrid è tutto qui perché poi è cominciata un’altra partita che ha avuto un solo tema: nerazzurri sulla difensiva, blancos col possesso palla senza quasi mai impensierire il portiere nerazzurro. Poi quando lo zero a zero sembrava un risultato scontato, al 40’ Mendy da fuori area con un gran destro ha fulminato Gollini, che si è tuffato in ritardo. Sì, tutto qui.
Prima, la partita sembrava avviarsi verso confronti e scontri poi sono saltati tutti i piani tattici, tutte le mosse studiate per creare problemi a Courtois e rimesse nel cassetto le speranze di un risultato storico. Diciotto minuti giocati non bastano per farci capire come sarebbe andata a finire questa ormai maledetta partita. Anche perché una seconda tegola è caduta sulla testa dell’Atalanta: l’infortunio di Zapata, dieci minuti dopo l’espulsione, che ha costretto Gasperini a mandare in campo Pasalic, scelta obbligata. E non era scontata la modifica dell’assetto tattico senza la defaillance di Duvan. In quei dieci minuti di campo con entrambi i colombiani si è visto Muriel trequartista a sostegno del connazionale con Pessina sacrificato nel doppio ruolo di intenditore (fra Modric e Kroos) e di incursore, come era nei piani precedenti.
Eppure l’Atalanta non ha sofferto. Ovviamente ha consegnato al Real il gioco di manovra e si è ritirata davanti a Gollini cercando di riempire spazi, coprire varchi e tenere fuori dall’area gli avversari. Senza snaturarsi bensì trasformandosi in qualcosa di inedito, vale a dire difesa forte e attenta, perfino precisa nei rilanci. Si sa i nerazzurri giocano in altro modo ma hanno capito che non si poteva buttarsi in avanti, senza criterio. Perché con un possibile zero a zero i conti si potevano saldare prossimamente a Valdedebas.
Qualche sbavatura non è mancata come la prestazione di Josip Ilicic, entrato in campo con la luna storta, e non è la prima volta, al posto di Muriel, e dopo mezzora spedito negli spogliatoi in fretta e furia. Dentro Malinovskyi, forse l’ucraino sarebbe stato più utile da subito ma sono considerazioni che lasciano il tempo che trovano. Peccato, perché le premesse erano ben altre. Comunque il 16 marzo a Valdebebas l’Atalanta non ci andrà rassegnata, anzi proverà a ribaltare il pronostico anche perché fuori casa i nerazzurri hanno ottenuto tre vittorie su tre. Comunque una grande prova da parte di tutti, da Romero a Pessina, da Gosens a Maehle e a De Roon.
E l’arbitro? Tobias Stieler, avvocato di Amburgo, ha subito la gloria e il “potere” delle grandi d’Europa, il Real Madrid appunto. Non so se si chiami sudditanza psicologica, sicuramente insicurezza e magari presunzione. Perché oltre alla scandalosa espulsione di Freuler ha diretto in modo sghembo la partita con decisioni strane e con un profondo senso di colpa. Perché non è stato espulso per simulazione Casemiro, assente al ritorno per squalifica? In tribuna il presidente dell’Uefa Aleksandr Ceferin , uno che da sempre ha digerito male l’uso della tecnologia (Var) . Che dice? Ovviamente nulla. E anche il designatore, l’italiano Rosetti, che manda in giro arbitri mediocri non è da meno. Negli ottavi ha designato due tedeschi, due olandesi, un sloveno, un israeliano, uno spagnolo e portoghese e tra di loro solo uno top: l’olandese Kuipers che ha diretto, guarda caso, Barcellona-PSG. Vedremo quale sarà l’arbitro del ritorno a Madrid.
Giacomo Mayer