Dico anch’io la mia sulla vicenda Gasp-Papu, analisi già scritta subito dopo il ko interno contro l’Hellas Verona. C’è che quest’anno, e va sottolineato per la prima volta nella sua storia, l’Atalanta è passata da una rosa formata da tredici ottimi giocatori uniti a una manciata di scommesse, a una prima squadra con diciotto calciatori di altissimo livello, che, pur con pregi molto diversi, hanno tutti più o meno lo stesso valore. Penso che il problema nello spogliatoio atalantino sia legato a questo, al primo mercato nerazzurro figlio dell’approdo ai quarti di Champions, l’unico che ha visto la dirigenza bergamasca operare in modo opposto al solito. Sono rimasti i migliori, ognuno corteggiato da altri club, e a loro si sono aggiunti almeno altri cinque giocatori fortissimi, Miranchuk, Romero, Lammers, Pessina e Piccinni.

Non è un caso che l’inizio delle tensioni tra mister e capitano nascano subito dopo una sostituzione del numero dieci nerazzurro, in Champions col Midijylland, col Papu, passato in un’estate da pedina intoccabile a uno dei tanti, che si può fare uscire dopo un tempo così così, giocato senza seguire il dettame tattico che arriva dalla panchina. A vedere il bicchiere mezzo pieno credo che il battibecco dimostri per l’ennesima volta quanto Gomez tenga alla causa nerazzurra, qualcosa che lo ha caratterizzato in tutti questi anni con la maglia atalantina. Allo stesso modo penso che il Gasp stia agendo per il bene del club, ma che non abbia ancora trovato come sbrogliare la matassa, ridisegnando le gerarchie all’interno dello spogliatoio. L’Atalanta di quest’anno è un’autentica fuoriserie, ma paga l’abbondanza, che nel calcio, a volte, crea del malcontento perché stare fuori non piace a nessuno. Anzi fa incazzare. Ed è lì che si creano gruppi e gruppetti, quello che diversi colleghi sostengono si stia verificando all’interno dell’Atalanta.

C’è poi la vicenda anagrafica, un cambio generazionale a cui la Dea si sta preparando con gli acquisti di Miranchuk e Lammers. Al netto che Ilicic è un genio e che il Papu è il grande condottiero della meravigliosa barca a vela bergamasca, i soli in grado di cambiare con un colpo l’inerzia di qualsiasi partita, resta che i due campioni hanno passato da un po’ la trentina. Entrambi vanno per i 33. Sperando che siano eterni, uguali all’ultimo Ibra al Milan, resta che il Gasp deve pensare agli anni che passano per non farsi trovare impreparato quando i suoi mostri sacri diventeranno fenomeni da centellinare.

Che dire? Solo due ultime cose, che sento estremamente importanti e, che, chi gioca come chi ha giocato a pallone, sa benissimo. Innanzitutto che gli scazzi tra mister e calciatori sono all’ordine del giorno e che basterà infilare un paio di partitoni, stasera con l’Ajax e domenica con la Fiorentina, per fare tornare il sereno in quella che a Bergamo ha tutto per diventare un’altra stagione calcistica indimenticabile. Quindi, quello che mi colpisce dell’intera vicenda, ossia come abbia fatto una normale litigata a diventare di pubblico dominio. L’Atalanta ha un’organizzazione che rasenta la perfezione, impossibile che il fatto di finire sui giornali con i propri panni sporchi sia qualcosa di casuale. L’interessante è sapere chi ha armato i colleghi rivelando l’accaduto, perché conoscere il nome farebbe capire chi tra dirigenza, staff tecnico e rosa abbia voluto spaccare tutto e perché, prevedendo così i possibili scenari che ci aspettano sia nel mercato di riparazione che a giugno.

Matteo Bonfanti