Bergamo
– “L’opportunità di stare coi giovani migliora i nostri valori. I nostri allenatori andranno ad allenare i ragazzini in loco: le stesse attività proposte a Zingonia saranno replicate anche in Egitto“. Parola di Roberto Samaden, responsabile del settore giovanile, che ha illustrato gli Atalanta Football Camp prossimamente di scena nel Paese delle piramidi dal 5 al 7 ottobre per 120 bambini dagli 8 ai 12 anni. Un format già proposto lo scorso anno a Tirana dall’1 al 3 giugno e a Sarajevo dal 19 al 21 ottobre, sempre con l’organizzazione del main sponsor del vivaio Intesa Sanpaolo.
“Sarà un’esperienza molto formativa avere a che fare con ragazzi di ogni tipo di estrazione. Il calcio è inclusione e divertimento in ogni angolo del mondo: i ragazzi, quando giocano, non percepiscono le differenze – ha spiegato Samaden -. Non formiamo solo calciatori, accompagniamo la crescita dei giovani come persone: 350 tesserati richiedono un’organizzazione complessa che richiede uno staff educativo molto strutturato e un segretario organizzativo come Ivan Pelizzoli che è un prodotto dell’Atalanta. Non bastano due porte e un pallone”.
“Il calcio è inclusione, l’Atalanta forma buoni giocatori e brave persone, puntiamo al sorriso sul volto dei bambini. Chissà che non escano nuovi Momo Salah – l’intervento di Dante Campioni, CEO di Alexbank, la controllata egiziana di Intesa -. Un bambino egiziano di nome Abdul ci ha dato l’idea. Collaboriamo con una delle migliori academy di questo sport”. “La Divisione International Subsidiary Banks sostiene attività di responsabilità sociale con l’obiettivo di creare valore condiviso nei dodici Paesi in cui opera. Cogli Atalanta Football Camp il calcio diventa simbolo di coesione, valorizzazione e crescita per 120 bambini provenienti da contesti vulnerabili”, il comunicato di Marco Elio Rottigni, Chief of International Subsidiary Banks Division di Intesa Sanpaolo.
“Lo sport è molto importante per entrare in contatto con le problematiche dei bambini e la loro crescita – chiude Noura Selim, Executive Director di Sawiris Foundation che aderisce al progetto consentendone l’ospitalità egiziana -. Ci occupiamo di sviluppo economico e di scolarità, investiamo nella cultura. Lavoriamo col ministero delle politiche sociali, il focus è sulla gioventù egiziana ma ci occupiamo anche di immigrati e profughi”.