Zanica

Diego Silva Reis, classe 1986, attaccante di peso ma polivalente (“Ma in Calabria ho fatto solo la prima punta”), lo scampo alla solitudine della coppia di bomber Momentè-Pesenti. Fernando Horacio Spinelli, ’82, ovvero l’esperienza nel vivo della manovra, con tanti saluti al neo romagnolo (Santarcangelo) Anthony Taugourdeau. Infine, Davide Pacifico, centrale difensivo scuola Milan che va per i ventuno (lunedì 5, proprio alla riapertura ufficiale del mercato). I sudamericani presi alla seconda di Natale, il baby a Capodanno. È il tris d’assi calato dall’AlbinoLeffe, penultimo e reduce da otto ko di fila (coppa compresa), sul tavolo da poker della permanenza in Lega Pro. Fermi alla decina di punti racimolata dal defenestrato Alessio Pala (meno undici dalla salvezza diretta), rimpiazzato in un primo tempo da Roberto Bonazzi, i seriani agli ordini di Amedeo Mangone presentano i volti nuovi a pochi giorni dalla disfida dell’Epifania con la cenerentola Pordenone. “È il primissimo banco di prova di un campionato in cui non ci saranno più consentiti passi falsi. Ripartiamo da tre cedendone uno, perché la società ha voluto aiutare il gruppo a tirarsi fuori da una situazione difficile – chiarisce il direttore sportivo Aladino Valoti -. Anthony ha chiesto di andare via e l’abbiamo soddisfatto, avendo bisogno di gente con voglia. Spinelli e Silva sono elementi d’esperienza e personalità, Davide invece colma il vuoto lasciato dall’infortunato Ambra. Il primo è già disponibile per il prossimo incontro, per gli altri due dobbiamo ancora formalizzare”.
Parola ai protagonisti. Per il puntero do Brasil che a dicembre ha rescisso col Catanzaro (1 gol in 11 presenze) di Checco Moriero, sua squadra per un semestre dopo le esperienze con Chievo (mai in campo nel 2004/2005), Bellaria, Cremonese e Prato (in tutto, 38 palloni in porta su 257 allacciate di scarpe), l’approdo nell’alta pianura assomiglia un rendez-vous tra vecchi amici: “Ritrovo Pesenti, Salvi, Geroni e Gazo con cui avevo giocato a Prato. Se stiamo uniti possiamo farcela, magari mettendoci la cattiveria necessaria: la classifica è quella che è, ma non vedo alcun dramma. Salvarci dipende solo da noi, non abbiamo scuse”. Decisamente meno laconico l’altro latino del lotto, il centrocampista argentino di sangue italiano, appena svincolatosi dalla Viterbese (stesso ruolino di marcia del compagno pagato per metterla) ma con un’impressionante sequela di maglie cambiate (l’attuale è la diciottesima in diciotto anni di carriera) tra cui quelle (nelle giovanili) di Fiorentina e Chievo (a Ragusa, Andria, Siracusa e Trapani – con promozione in B nel 2013 – le stagioni più significative): “Sono un mediano specializzato in interdizione e recupero molti palloni. Vengo dalla serie D e i ritmi sono un po’ diversi, nelle ultime tre settimane ho lavorato per conto mio ma sono in buone condizioni. Venire a Bergamo è stata una scelta: avevo altre offerte nella categoria da club del sud, qui ci sono valori tecnici e umani importanti, c’è la possibilità di lavorare tranquilli. Già in Puglia avevo lottato per non retrocedere, in un ambiente ben più caldo: certamente da voi non c’è il rischio che i tifosi ti entrino in casa..”. Chiosa del mastino varesino (conterraneo dei neo compagni Allievi e Gazo) prelevato dal Südtirol, uno che ambisce alla maglia da titolare negatagli all’ombra del “Druso”: “A Bolzano ho trovato spazio solo in Coppa Italia, il mio è un ruolo delicato e sono finito ai margini quando la squadra ha cominciato a fare bene. Posso adattarmi a fare l’esterno, anche se non è la mia posizione”.
Simone Fornoni