Succede, a volte, di imboccare vie differenti anche dopo 242 partite, 26 gol e 28 assist. Carmine Giorgione se ne va al Giugliano dopo un settennio a difendere i colori dell’AlbinoLeffe. Da capitano (2020-2022) e non solo: mezzala, trequartista tattico, esterno quando mancava il titolare, attaccante aggiunto. “Indimenticabile la rete di tacco all’Euganeo nell’1-3 contro il Padova in occasione dei Playoff 2016/17 o il gol della speranza messo a segno contro l’Alessandria nell’andata della Semifinale Playoff 2020/21. Tante le emozioni, tantissimi i ricordi, impossibili da elencare tutti”, recita la nota sul sito ufficiale.
“Dopo sette anni è strano parlare di addio. Però, come sempre, tutte le cose belle della vita hanno un inizio e una fine. Sono stati sette anni splendidi, pieni di emozioni e di battaglie, alcune vinte, altre perse, ma sempre a testa alta per il bene dell’AlbinoLeffe, di cui porterò con me un ricordo molto caro – le parole di commiato del beneventano classe 1991 -. Voglio ringraziare tutti gli staff tecnici che mi hanno allenato, i tanti compagni con cui ho giocato a Zanica, gli addetti ai lavori e il Presidente Andreoletti per tutto quello che mi è stato dato, sia come persona sia a livello professionale”.
“Vado via felice e sereno, perché l’AlbinoLeffe è ancora nella categoria che merita, traguardo raggiunto grazie a una salvezza incredibile. Ai tifosi blucelesti chiedo di continuare a star vicini alla squadra che ha tanto bisogno di loro e li ringrazio di cuore per il bene e l’affetto che mi hanno sempre dimostrato – chiude Giorgione -. Il mio augurio è che questo saluto non sia un addio ma un arrivederci, perché per me Bergamo e l’AlbinoLeffe sono state e sempre saranno casa”.
“Grazie di tutto Carmine. Per la voglia, la passione, il cuore, i pensieri e le parole, gli incitamenti e i rimproveri che hai sempre messo in campo con la carica che ti contraddistingue. Il mondo bluceleste te ne sarà sempre grato. In bocca al lupo per la tua nuova avventura professionale. Ad maiora!”, chiude il comunicato.