di Matteo Bonfanti

Qui al Bergamo & Sport siamo alle prese con una vicenda assai delicata, qualcosa di fondamentale perché ci caratterizza da quando siamo nati, ormai nel lontano 2003, ossia la questione dei voti ai calciatori in campo la domenica.
La domanda è questa, e visto che non abbiamo le idee chiare, la giriamo a voi lettori, chiedendo il vostro parere: come si deve valutare la prestazione di un dilettante? Le fazioni, ovviamente dal pensiero diametralmente opposto, sono due. Una parte dei nostri collaboratori, che sono tutti ragazzi assai in gamba, intelligenti e soprattutto appassionati, valuta la prova del giocatore come se si trovasse di fronte ai campioni della nostra Serie A. Mi spiego: se il terzino del Monterosso sbaglia ripetutamente a stoppare la palla, non fa un cross che sia uno decente ed è lento come la fame, merita un bel quattro e mezzo, nonostante ce la metta tutta.
L’altra parte del cielo redazionale, io, che sono il direttore, Carmelo, che è il nostro pubblicitario, vive su un’altra idea, quella che bisogna considerare l’impegno, non le capacità, perché quelle sono già insite nella categoria. Anche qui faccio un breve inciso, per farvela un attimino più chiara: se il centravanti dell’Issese, che è un amico e tra poco compie quarant’anni, sgomita in area fino allo sfinimento e al 90’ gli capita l’occasionissima, ma la butta fuori, merita comunque la sufficienza piena. Per due motivi: intanto perché si è dannato l’anima, poi perché non è Ibrahimovic e nel pallone mette ore e sudore, senza ricevere neppure un euro. Fa allenamenti, va a correre, magari dà una mano in società a tenere i bambini del settore giovanile, toglie tempo alla famiglia e al divano, che è un sacco bello, che è il mio passatempo preferito.
Così, quando vedo sul nostro giornale giudizi durissimi tipo “dovrebbe darsi all’ippica”, “che vada a far teatrodanza”, m’incazzo e tendo a chiamare chi ha scritto la pagella, menandogliela. Perché la passione, che è quel che muove chi gioca nel calcio provinciale, da un fenomeno come Ghisalberti del Ciserano fino a un ragazzotto come Dragna dell’Antegnate, è cosa da maneggiare con cura. Una frase cattiva può anche far perdere il sorriso e far decidere di smettere di leggere per sempre “cosa hanno scritto quegli stronzi di Bergamo & Sport”. E, senza lettori, per noi è la fine.
Eppure anche la sufficienza a prescindere è un errore, rischia di far perdere credibilità alla nostra pubblicazione. Insomma il tema non è di facile risoluzione e ci piacerebbe conoscere l’idea di voi che ci leggete, che la domenica correte a perdifiato sul rettangolo di gioco e il lunedì andate in edicola a vedere se avete preso sette oppure cinque. Ci prendiamo? Oppure siamo lontani dal vero? Dobbiamo tenere conto che siete in Prima categoria oppure valutarvi nello stesso modo in cui consideriamo la prova di Cigarini dell’Atalanta? Diteci la vostra, mai come ora il vostro parere è davvero la cosa più importante.