Ciao Davide, abbiamo passato solo un anno insieme eppure mi sei rimasto nel cuore. Noi allenatori dei settori giovanili abbiamo la fortuna di incontrare centinaia di ragazzi ed ognuno di loro, a prescindere dalle qualità calcistiche, ci regala un pezzetto del proprio entusiasmo, dei propri sogni, diventiamo confidenti delle piccole delusioni, dei primi amori, dei problemi scolastici e tu a piccoli passi entri nel loro mondo, diventi oltre che allenatore amico e confidente.
Di chi muore si parla sempre in termini positivi, io voglio parlare di Davide come se ci fosse ancora, lui è veramente un gran bravo ragazzo, timido fuori dal campo ma condottiero quando la partita inizia, sicuramente uno, se non il migliore, della squadra di cui fa parte. Non molla di un centimetro e quando dalla panchina urlo il suo nome per fargli i complimenti, mi guarda e abbozza un sorriso che sembra dire “ho fatto solo il mio dovere”. E’ il nostro capitano, nel suo piccolo ricorda i grandi capitani delle grandi squadre, gente che lascia a zero le chiacchiere ma che, con l’ esempio, fa capire ai compagni la direzione da prendere.
Non sei certo esuberante, poche volte ti ho visto ridere, eppure lo vedo come i tuoi compagni ti cercano perché sei una bella persona, un’anima buona, un amico fedele.
Davide, mi sono bastati pochi mesi per affezionarmi a te e quando ho cambiato squadra e ti ho incontrato da avversario sei corso a salutarmi non per educazione o per dovere ma perché tra di noi si era creato un bellissimo rapporto. Quella partita l’ho persa 7 a 1 ma io ricordo con emozione il grande abbraccio con cui ci siamo lasciati e oggi quella telefonata mi ha sconvolto la vita.
Quando qualcuno che ami diventa un ricordo, portalo sempre nel tuo cuore.
Danilo Rota
La foto di Davide è de L’Eco di Bergamo