Fabrizio Carcano
Per la serie i sogni diventano realtà, anche nel calcio, ecco la storia di Robin Gosens: alla sua prima convocazione in nazionale tedesca a 26 anni.
Senza aver mai giocato un minuto nel calcio tedesco professionistico, senza aver mai messo piede in uno stadio tedesco se non nella serata di Dortmund, nel febbraio 2018, dove subentrò negli ultimi minuti. Fino ai 18 anni giocava tra amici, nei dilettanti nell’alto Reno, in pratica il nostro torneo del sabato.
Una rivincita e una metafora sportiva quella di Gosens.
L’ultimo capolavoro di Gian Piero Gasperini, il plasmatore di talenti, novello Geppetto calcistico anche se Gosens non sembra affatto Pinocchio ma ricorda di più il Burattino di Latta del mago di Oz.
Indistruttibile e con un cuore enorme.
Inteso come polmoni, grinta, tenacia.
Le armi che gli hanno consentito una scalata cui nessuno credeva. Gosens non aveva talento cristallino e grandi doti fisiche.
A 18 anni, era in cui i suoi colleghi sono già in campo nelle serie maggiori, non lo voleva nessun club professionistico tedesco della sua zona, la Renania, dove Borussia Dortmund e Schalke 04 – la squadra del cuore – si spartiscono i talenti in erba.
L’unico a crederci era lui, che ha scelto di emigrare, di passare il confine per tentare l’ascesa nel settore giovanile dei gialloneri olandesi del Vitesse Arnhem.
Ma nemmeno il Vitesse crede in lui, così nel 2013 scende nella serie B orange, con il Dordrecht, una provinciale, con cui arriva la stagione successiva in Eredivisie dove inizia a mettersi in mostra per le sue galoppate.
Nel 2015 il passaggio all’Heracles Almelo per due stagioni di crescita: sui campi olandesi lo scoprono gli osservatori atalantini della rete coordinata dal direttore sportivo Giovanni Sartori.
È la svolta per il ragazzo della Renania che nel luglio 2017 approda a Bergamo da perfetto sconosciuto.
Compagni di squadre e rivali lo scopriranno un cannibale.
Il ben più quotato ed esperto Spinazzola gli resiste a sprazzi, concedendogli 21 presenze e una 1 rete in campionato e la simbolica rete nel finale a Liverpool contro un Everton già al tappeto.
Due anni fa parte titolare ma deve fronteggiare la concorrenza dell’iracheno Ali Adnan arrivato dall’Udinese e poi ci sarebbe anche il polacco Arkadiusz Reca: sono in molti a prevedere che l’asiatico si prenderà la fascia sinistra e il tedesco farà panchina insidiato pure dal polacco.
Invece Gosens gioca sempre, aumenta i voti in pagella, è insostituibile e chiude con 28 presenze e 3 gol attirando per la prima volta in carriera l’interesse dei club tedeschi.
L’anno scorso a insidiarlo arriva il brasiliano Guillerme Arana dal Siviglia: non vede mai il campo.
Come non lo vedrà il suo giovane connazionale Lennart Czyborra.
Gosens chiude con 34 presenze e 9 reti, con un’altra rete in Champions nella vittoria sul campo dello Shakthar e una media voti da primo della classe.
E adesso l’apoteosi: la prima volta in nazionale!