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Ci è voluta una conferenza-stampa, indetta nella mattinata di sabato presso lo stadio “Rino Gritti” di Verdello, per esternare tutto il grido di dolore di una società dilettantistica sentitasi derubata, ma soprattutto beffata e inascoltata. Lo staff dirigenziale del Verdello Intercomunale, presieduto da Filippo Cutrona, ha raccolto intorno a sé la stampa locale per denunciare i gravi fatti occorsi durante Cavenago-Verdello, in un contesto precipitato vorticosamente per via del censurabile comportamento assunto dai giocatori di casa. Dinamiche e commenti, riguardanti uno dei più tristi e vergognosi episodi della recente storia del dilettantismo lombardo, passano così per la bocca dello stato maggiore gialloverde, rappresentato, oltre che dal presidente Cutrona, dal diesse Giuseppe Nervi e dal direttore generale Marco Ghisleni. “Quello che è successo a Cavenago – esordisce Cutrona – non sembra trovare gli aggettivi più adatti, e soprattutto è qualcosa che, nel mondo dello sport, non dovrebbe mai accadere. Il nostro è un grido di dolore, ma anche una denuncia del comportamento delle istituzioni, che non si sono mosse per approfondire la vicenda, e che sembrano avvallare quanto successo sul campo, in quel giorno. Ci è stato detto che, a seguito del nostro gol (valevole il momentaneo 1-1, ndr) e a seguito delle violente proteste del Cavenago, l’arbitro si fosse chinato a terra per raccogliere il fischietto, ma poi è saltata fuori una foto, scattata da un giornale locale (“Il Cittadino” di Lodi, ndr), che ha chiaramente evidenziato come l’arbitro sia stato aggredito dai giocatori lodigiani. Dinanzi alla foto, non è pervenuta alcuna risposta da parte della federazione, o della classe arbitrale, nonostante che quel giorno sugli spalti fosse presente persino un osservatore arbitrale. Un’inchiesta sarebbe un obbligo irrinunciabile, e invece siamo al buio pesto, e temo che gli strascichi di questo grave episodio possano fungere da temibile precedente, mandando ulteriormente alla deriva il nostro mondo dilettantistico. Se questo è il calcio, tanto vale piantare qua tutto, perché di mezzo c’è l’incolumità di tutti gli attori, e di questo passo saremo costretti a far scendere in campo i giocatori con caschi e imbottiture”. Prosegue così Giuseppe Nervi: “Ci hanno accusato di aver dato un’interpretazione fantasiosa e parziale, ma la foto smentisce tutto quanto. Lo stesso osservatore arbitrale non può ignorare quanto successo, eppure è come se non fosse successo assolutamente nulla. Tutti i presenti hanno assistito a ben otto minuti di escandescenze, da parte dei giocatori del Cavenago, e i nostri giocatori, specialmente i più giovani, sono stati intimiditi fin dai primi minuti. Lo stesso Suardi, dopo l’episodio del pareggio, restava nei paraggi della panchina, e solo l’ostinazione di mister Luzzana ha impedito che il ragazzo imboccasse la via degli spogliatoi. I requisiti per sospendere la gara (terminata infine con il successo del Cavenago a seguito di un discusso rigore nei minuti finali, ndr), c’erano tutti, ma da subito abbiamo avvertito una sensazione di omissione. Del resto, la sola giornata di squalifica comminata al portiere del Cavenago, a seguito dell’espulsione per proteste, la dice parecchio lunga. L’arbitraggio non ha convinto lungo tutti i novanta minuti, tanto che tutti e tre i gol dell’incontro sarebbero stati da annullare, e il rigore infine assegnato a favore del Cavenago rappresenta l’epilogo del clima di stallo che si era creato”. Più amara che mai, la riflessione finale del presidente Cutrona: “Se l’arbitro non ha segnalato nulla sul referto, la federazione avrebbe dovuto almeno fare un approfondimento. Hai voglia a dire ai ragazzi di essere rispettosi delle regole, quando avvengono queste cose…”.
Nikolas Semperboni