Il corallo, pardon hot coral come esige la Joma, portava bene? Siamo bergamaschi e la scaramanzia deve cedere il passo alle ragioni del marketing e del merchandising. Dopo essere andata sul classico senza complicazioni con prima e seconda maglia, nerazzurro privo di ghirigori e scompagnato dal filo d’oro tra una striscia e l’altra e bianco totale rispettivamente, l’Atalanta ha optato per il verde acqua come tinta della terza.
Un marino chiaro intervallato sul petto da sette sottili righe nerazzurre, con risvolto delle maniche azzurro con striscetta nera e colletto nero dal risvolto inferiore azzurro. In rilievo, il profilo sempre acquamarina in rilievo della facciata esterna della Curva Nord del Gewiss Stadium di Bergamo. Si completa così la gamma delle divise presentate alla spicciolata nel corso della settimana, con conclusione in serata alla Baita Termen al Monte Pora, presenti Luca Percassi (CEO) e il giocatore Davide Zappacosta, comprendente il nero-rosso-verde fluo dei portieri.
Nella scorsa stagione, però, il corallo, colore non classico né tradizionale e anzi un po’ inviso ai tifosi, aveva raccolto risultati eccellenti. Leggi 16 punti sui 18 disponibili nelle sei partite di campionato in cui s’è scelto di utilizzarlo. Nell’ordine: Juventus-Atalanta 0-1, Napoli-Atalanta 2-3, Udinese-Atalanta 2-6, Lazio-Atalanta 0-0, Venezia-Atalanta 1-3 e Spezia-Atalanta 1-3. Che l’acqua del mare ce la mandi buona.