Atalanta – Hellas Verona 1-2 (0-0)ATALANTA (4-3-2-1):
Bertini 6,5; Palestra 6, Tavanti 5,5 (37′ st Fisic sv), Guerini 5,5, Regonesi 6; Roaldsøy 7 (21′ st De Nipoti 5,5), Chiwisa 6 (1′ st Hecko 6), Muhameti (cap.) 6; Omar 5,5 (1′ st Colombo 6,5); Stabile 6,5 (37′ st Bevilacqua sv), Vavassori 5,5. A disp.: Maglieri, Pardel, Saleh, Riccio, Ghezzi, Vitucci, Perez, Armstrong, Tornaghi, Gudmundsson. All.: Marco Fioretto 5,5.
HELLAS VERONA (4-2-3-1): Boseggia 7,5; Signorini 6,5, Ebengué 7,5, El Wafi 5, Bernardi 6; Joselito Gomez 6,5, Schirone (cap.) 6; Bragantini 7, Cisse 8 (27′ st Minnocci 6), Riahi 6,5 (35′ st Patané 6); Caia 7. A disp.: Ravasio, Toniolo, Piantedosi, Calabrese, Florio, Larsen, Scalco, Matyjewicz, Camara, Cazzadori, Verzini, Dentale. All.: Paolo Sammarco 7.
Arbitro: Gangi di Enna 6 (Centrone di Molfetta, Di Meo di Nichelino).
RETI: 3′ st Stabile (A), 8′ st Cisse (V), 19′ st Signorini (V).
Note: Boseggia para il rigore a De Nipoti al 28′ st. Pomeriggio tiepido e soleggiato, spettatori 350. Ammoniti Chiwisa, Roaldsoy, Hecko, Stabile e Joselito per gioco scorretto. Tiri totali 19-14, nello specchio 6-6, parati 5-4, respinti/deviati 4-5, legni 0-1. Corner 5-8, recupero 2′ e 5′ .
Zingonia – La classifica, ora, dice 11 in 10 turni e sempre zona salvezza. C’è più d’un perché. Un film thriller che racconta di un attacco inconcludente e di una retroguardia che le becca, a onta degli occhiali napoletani di domenica scorsa. La zampata al volo di Stabile su palla recuperata (a El Wafi) da Palestra si dimostra un’illusione, vanificata subito da un cognome molto noto dalle parti di Zingonia e ribaltata dal flipper torre-terra Ebengué-Signorini sotto il montante sul sesto corner veronese. Bastasse tutto ciò, perché Boseggia para le mosche, rigore di De Nipoti compreso, più la frustata in elevazione di Guerini al 75′. Reduce da 5 risultati utili consecutivi, la Primavera dell’Atalanta mette il naso avanti alla conclusione in porta numero uno in avvio di ripresa salvo arrendersi incappando nel quinto ko stagionale. Domenica mattina (ore 11) la visita al Milan al “Vismara”, mentre la lunga pausa fino all’Epifania sarà preceduta dal venerdì pomeriggio (11 novembre) ospitando il Sassuolo.
A taccuino, un primo tempo condotto a larghi tratti ma comunque a rischio di svantaggio a quattro corsette e mezza dalla pausa, sventato dal colpo di reni del portiere di casa per opporsi allo schiaffo da fuori di seconda di Joselito al culmine della percussione mal respinta della due terzi di centrosinistra della trequarti gialloblù, nonché dalla ragnatela tolta dall’angolino in basso alla sua sinistra per dire di no alla sottopunta liberata in corridoio dal regista di cui sopra. Se Chiwisa mastica il radente (3′) a un metro e mezzo dalla lunetta sganciatogli sul preferito mancino dalla catena di destra Palestra-Omar-Roaldsoy, entro cinque giri di lancetta Schirone procura al mattatore del posticipo, il 2006 Cisse (Alphadjo, nessuna parentela), la punizione addosso alla barriera facendo cadere in trappola la mezzala norvegese in ripiegamento. Scollinato il quarto d’ora il lancio di Tavanti e l’apertura di Vavassori innescano la serpentina dello svedese di sangue etiope, che rientrato sul piede debole incappa nella gambona di Ebengué, successivamente stroncato a tiro del ventesimo in asse con la sua sottopunta dall’uscita bassa di Bertini. Sul fronte nerazzurro, senza mai perdere il pallino del gioco, anche il trequartista largo di sinistra e Muhameti vengono murati. Il buon Shakur dall’11 sulla schiena non chiude sul primo palo la combinazione tra Roaldsoy e l’avanzante Palestra, mentre l’ex Caia (stoppato da Guerini al 33′) cade sulla sinistra dell’area sul la di Riahi per effetto del raddoppio del play basso in combutta con il buon Anwalde a toccare però anch’esso la sfera (28′).
Manca un minutino alla chance in stacco del futuro rompighiaccio, il cui ascensore è chiamato dall’arrembante terzino destro, imitato dalla bandierina a undici dall’intervallo da Bragantini per la stessa specialità imperfetta ma perentoria di El Wafi. Finale di frazione in crescendo per gli ospiti, a cui fa seguito il passaggio a tre dietro di Fioretto a metà campo invertite. Ed è proprio Hecko, una delle due new entry, impatta sporco ma pericolosamente di sinistro dalla destra dell’area piccola il primo angolo di Roaldsoy quando il cronometro s’è appena resettato da un tris d’orologio. Quindi il botta e risposta in un fazzoletto, anche se l’azione dell’acciuffo avversario è più elaborata, tra lo slancio bragantiniano, il rimpallo con Guerini propedeutico al palo dal limite del volto una volta amico e al tap-in del buon(issimo, tecnicamente) Alphadjo, bel torello dai fondamentali cristallini, svelto pure di pensiero. Il calcio franco di Bragantini obbliga il guantato locale ad alzarla di falangi, la loffia di Vavassori a favore di tuffetto nemico (17′) sul dai e vai con Roaldsoy agevolato dal terminale della Baby Dea va oltre i rimpianti. Gol sbagliato e contrappasso puntualissimo, oltretutto lasciando rimbalzare l’assist sull’erba del difensore mascherato dopo un contrasto nel primo tempo. Colombo ferma l’estrema sinistra sul contropiede del sinistro che convergendo da destra funge da rifinitore, poi il penalty conquistato dal capocannoniere atalantino (5 nelle prime 7) che astutamente si fa cadere addosso il centrale sinistro veneto salvo tirare sui guantoni del portiere pur spiazzandolo. Il miracolo si ripete sull’angolo susseguente, sul quale la punta italo-brasiliana non si avventa con la necessaria decisione. Finale concitato. A 7′ dal 90′ Bragantini allarga troppo sul lancio dell’assistman del sorpasso, a 6′ la mira fa difetto al rigorista mancato, a 4′ la sinistra dell’Hellas impegna ancora Bertini, a 0′ Bevilacqua spizza soltanto l’ammollo di Regonesi, al 3′ di recupero Bernardi cuce la pezza su Fisic lesto solo a riprenderla di piede dopo aver sfiorato di testa il traversone del figlio d’arte e Colombo telefona dalla distanza di sinistro per la comoda presa alta altrui.
Simone Fornoni