Atalanta – Manchester United 1-2 (1-2)ATALANTA (3-5-2):

Sassi 6; Del Lungo 6, Berto 6, Ceresoli 5,5; Oliveri 6, Zuccon 6, Panada (cap.) 6 (29′ st Sidibe 6), Giovane 6,5 (36′ st Fisic sv), G. Renault 6,5 (36′ st Guerini sv); De Nipoti 6,5, Omar 5,5 (29′ st Lozza 6). A disp.: 13 Bertini, 28 Regonesi, 18 Chiwisa. All.: Massimo Brambilla 6.
MANCHESTER UNITED (4-2-3-1): Vitek 6; Jurado 5,5, Mengi (cap.) 6,5, Bennett 6, Fernandez 6,5; Svidersky 6 (21′ st Mainoo 6), Hansen-Aaroen 6,5; Forson 6,5 (20′ st Hoogewerf 5,5), Shoretire 7,5, Elanga 7; McNeill 6 (35′ st Garnacho sv). A disp.: 90 Hanbury, 88 Murray, 89 Fredricson, 81 Mather. All.: Neil Wood 6,5.
Arbitro: Kristoffersen 5 (Danimarca – Wollenberg e Risum; IV Rapuano – Italia).
RETI: 8′ pt Shoretire (M), 23′ pt Elanga (M), 37′ pt rig. G. Renault (A).
Note: pomeriggio sereno, terreno in buone condizioni. Spettatori 220. Ammoniti Berto e Fernandez per gioco scorretto. Tiri totali 14-8, nello specchio 4-5, respinti/deviati 1-1, parati 3-3, legni 0-1. Corner 6-5, recupero 2′ e 3′.

Zingonia – Un rigoricchio di Renault per tenersi aggrappati alla speranziella non basta: terzo ko di fila in scia col campionato (Napoli-Roma), altrettante sul gobbone in Europa e rivincita mancata a campi invertiti. L’uno-due tra inizio e metà del primo tempo ha fatto precocemente cadere l’autunno addosso al girone (F) di Youth League della Primavera dell’Atalanta, sconfitta di misura da un Manchester United bellino nel primo tempo e pratico benché poco cinico nel secondo. In classifica, con la Fiorentina alle viste sabato (ore 15, “Bozzi”) per risalire la china entro i confini, sono 6 punti di ritardo dalla seconda.
Uno start da studio & torello ospite, senza passaggi in verticale riusciti, tanto che sul primo contropiede il corridoio aperto da Omar a Panada non favorisce il vantaggino per mancanza di potenza e angolazione dell’aperturista dell’andata, oltre che per la marcatura del centrale sinistro altrui. E così alla terza volata di fila, stavolta riuscita, Fernandez trova il taglio di Forson per l’appoggio al rigore in movimento di Shoretire a fil di palo lontano. Uno scarico non riuscito in avvio a Omar lungo la catena di sinistra, segno che la precisione non sembra di casa, vedi impatto troppo sotto con la fronte di De Nipoti (12′) in ascensore chiamato da Renault dalla piastrella da fermo nell’out di competenza e, in capo a due minuti, l’incuneata di Omar dallo stesso lato allargando il piattone destro in eccesso quando sarebbe servito l’opposto. La nona sinfonia di lancette dopo suona stonatissima per Sassi, che coperto dal movimento di Svidersky non battezza a dovere la punizione dal lato corto di Elanga, pokerista (a due) dell’andata, abbastanza a giro da rimbalzare beffardamente verso l’angolino rimasto scoperto. Un piazzato figlio delle ambasce di Del Lungo sullo stesso nazionale svedese e siamo alle solite, perché è da quella corsia che piovono tutti i pericoli. Termine inadatto all’esplosione mancina di Zuccon (27′) dalla lunga in asse col suo regista.
Per riaprirla serve l’episodietto, il mani (ma la palla gli passa prima sulla natica, girato com’è) del disturbatore del raddoppio che sul crossetto di Giovane, imbeccato dal laterale francese, che dal dischetto realizza all’incrocio, dopo un conato della mezzala destra susseguente al primo corner. A un settebello dalla pausa la verticale Panada-Omar-Zuccon trova l’altra punta atalantina in ritardo nell’estirada sul servizio dal fondo. A una quaterna, ecco la rovesciata pretenziosa del mancino di centrocampo in mischia. Nella ripresa quasi quasi si consumava subito il patatrac, protagonisti l’assistman del rompighiaccio raggiunto da sinistra e McNeill, che in caduta la gira in faccia a Berto. La risposta è immediata e per poco non frutta il 2-2: Oliveri pesca il taglio di Omar, Vitek protegge il suo palo dal radente dell’etiope-svedese. Scollinata la fifa blu da fermo, sotto forma del palo alto di Bennett, libero di incocciare di fronte (7′) il primo angolo del suoi, dell’ala sinistra, dell’apripista (14′) con l’inserimento per il sinistro in lungolinea col recuperatore Mengi (male Panada in impostazione) e infine del centrattacco, anch’egli stoppato dal portiere nerazzurro che si distende sulla sbarra verticale di competenza dopo essersi opposto col corpo alla conclusione più ravvicinata.
Le occasioni non mancano. Ma se di spalle il biondo là davanti, assolo per il gol della bandiera a Leigh, non può fare chissà cosa (19′) saltando sul cross del capitano, il pendolino destro a suo rimorchio (21′) avrebbe dovuto tenerla bassa per indirizzarla. Cinque corsette cronometriche e il recupero di Oliveri su Fernandez propizia la corsa a perdifiato lungo la riga destra dello scatenato puntero, innamorato della palla tanto da tentare lo scavino che attraversa l’intero specchio.Si va verso il gong: al 43′ il piedone del ragazzo tra i pali frustra il contropiede Garnacho-Elanga, al 45′ la fuga del primo sfuggito a Guerini. “Rituffiamoci in campionato con la prospettiva di far ruotare un po’ di elementi, perché il doppio fronte fisicamente è dispendiosissimo a questi livelli – la chiosa dell’allenatore Massimo Brambilla -. Abbiamo avuto le nostre occasioni senza riuscire almeno a pareggiare: c’è da essere contenti di una prestazione del genere. Li abbiamo tenuti bene soprattutto nella ripresa, dove ovviamente abbiamo dovuto concedere qualche contropiede. Di evitabile c’è stato solo il raddoppio preso da fermo”.