Fabrizio Carcano

Dalla retrocessione a Frosinone a titolare alle finali di Champions, in un poco più di un anno. Marco Sportiello vive da protagonista una di quelle metafore sportive ed esistenziali che meritano di essere raccontate. Tra bassi e alti, cadute e risalite, inferno e paradiso.

Nel gennaio 2017, pur con un contratto triennale, era andato via da Bergamo sbattendo la porta, con alcune dichiarazioni non gradite ai tifosi, dopo attriti nei pochi mesi trascorsi a Zingonia agli ordini di Gian Piero Gasperini che gli aveva preferito l’albanese Etrit Berisha. Cambiando la storia moderna della porta atalantina perché la partenza di Sportiello, diretto alla Fiorentina, aveva aperto all’arrivo dall’Aston Villa del non ancora 22enne talentuoso Pierluigi Gollini. Due anni e mezzo di alti (pochi) e bassi a Firenze (su tutti la rivincita nell’ottobre 2017, una grande prova in un Fiorentina-Atalanta coronata da un rigore respinto a Gomez) e poi a Frosinone e Sportiello torna a Bergamo per far la riserva a Gollini, nel frattempo esploso e titolarissimo. Con gerarchie chiare.

La curva che lo accoglie la sera del raduno allo stadio con fischi e mugugni, anche sui social viene bersagliato.

Poi un lento percorso, con tanto lavoro e scuse pubbliche per quelle vecchie polemiche. Pace fatta, una manciata di partite con il turn over (appena due presenze nel girone di andata) e quello che sembrava il lieto fine della favola: il 10 marzo a Valencia dentro da titolare in extremis perché Gollini si rompe un mignolo nella rifinitura. Debutto in Champions (e assoluto debutto europeo a 28 anni) nella gara più importante della storia atalantina.

Sportiello fa il suo, la Dea vince 4-3 ma al rientro il portiere di Desio scopre la positività al Covid, contratto probabilmente nella trasferta valenciana: sarà sempre asintomatico ma positivo a quattro tamponi, in un incubo che finisce a maggio. Con il ritorno agli allenamenti, poi qualche altra gara da titolare, fino all’infortunio al ginocchio di Gollini: a Lisbona tocca a lui, tredici mesi dopo i fischi della curva quella sera della presentazione della squadra allo stadio, quattro mesi dopo aver scoperto la positività al Covid…