Marzo 2022: dall’idea di un gruppo di allenatori si costituisce formalmente A.D.A. Allenatori Dilettanti Associati, che come è ben impresso sul sito www.allenatoridilettanti.it, ha per scopo la tutela degli interessi sportivi, professionali, morali ed economici dei tecnici, allenatori di calcio, preparatori atletici, la qualificazione, la diffusione e lo sviluppo del giuoco del calcio, in ogni sua forma e diffusione.
La scintilla che ha portato alla nascita del nuovo sodalizio ce la spiega il segretario e socio fondatore, mister Flavio Consoli, Allenatore Dilettante: “Immaginate – spiega Consoli – un gruppo di allenatori amici perché compagni di corso, delusi perché attendono da ben dieci anni la realizzazione di un corso integrativo a quello già fatto nel 2012 che, nonostante i numerosi solleciti, non arriva mai. Poi immaginatevi la sorpresa, in negativo, delle sopravvenute modifiche alle NOIF nella parte che riguarda proprio i tecnici, con l’inserimento della nostra qualifica fra quelle “ad esaurimento”, suonata come una vera e propria presa in giro. Ci era stato infatti detto dai formatori e da chi aveva gestito i corsi, nel lontano 2012, che la qualifica di Allenatore Dilettante di I, II, III Cat. e Jun. Reg. sarebbe stata integrata a quella di UEFA B, in considerazione del programma all’epoca svolto e delle ore di lezione. Non avendo ottenuto da nessuno risposte concrete ed esaustive alle nostre richieste di integrazione dai responsabili provinciali di AIAC, abbiamo deciso di muoverci autonomamente”. Federico Perelli, socio fondatore e Presidente eletto in seno al Consiglio Direttivo, aggiunge: “Come ha già detto Flavio, ci siamo mossi autonomamente, contattando a più riprese il Settore Tecnico, AIAC provinciale, poi nazionale ed in ultimo, considerata il silenzio e la “chiusura totale” di fronte alle nostre richieste, affidandoci alle competenze di alcuni legali. Ecco che, per miracolo, di fronte all’ennesima PEC, ci veniva comunicato che il corso integrativo tanto agognato avrebbe finalmente avuto luogo e che, senti senti, sarebbe stato addirittura un corso a carattere nazionale. Inutile sottolineare che il risultato ottenuto ci ha riempito di grande soddisfazione, anche se poi altri hanno indebitamente millantato meriti, ma questa è la solita storia di chi, a risultato acquisito, si vanta di attività svolte da altri. Per fortuna “carta canta” e le mail e le PEC sono conservate ben bene nel nostro archivio e a disposizione dei nostri associati più curiosi e di chi volesse dare anche solo una sbirciatina per farsi un’idea”. “Ecco – sottolinea Consoli – possiamo dire che A.D.A è nata nel momento in cui c’è stato quel contrasto ed il conseguente ed immaginabile tamtam, proprio nel momento in cui ci siamo resi conto di essere riusciti a stimolare l’organizzazione del corso integrativo e l’interesse del Settore Tecnico e di AIAC nella persona del referente nazionale per i dilettanti”. Prosegue Perelli “A.D.A. nasce anche perché molti allenatori, tramite il web ed i canali social, ci hanno chiesto di affrontare varie problematiche, di chiarire loro vicende, episodi o chiarimenti regolamentari. Se siamo riusciti a farci spazio di fronte al completo lassismo ed al disinteresse dimostrato da parte dei rappresentanti delle componenti federali, perché non continuare nel nostro percorso ed approfondire anche altre questioni? Non è semplice mettersi al servizio di tutti, tanti, mirando a sviluppare attività che migliorino il sistema degli allenatori dilettanti, ma perché non provarci? Quindi ci siamo attivati e, aiutati anche dalle nuove tecnologie e dai nuovi mezzi di comunicazione come web, chat-room, video-call e social network, abbiamo raccolto suggerimenti, organizzato incontri pianificando ruoli ed incarichi in base alle competenze di ciascuno. Sulla base dei consensi pervenuti, tutto questo è andato ben oltre le più rosee previsioni. Nel nostro presente ci sono già alcune piccole battaglie vinte e stiamo programmando la stagione 2022/23. Ci siamo prefissati l’obiettivo di organizzare eventi di formazione allenatori, con l’intento di renderla più specifica e funzionale, per soddisfare la richiesta pervenuta da parte dei tecnici, sia abilitati che in attesa di abilitazione. Proprio sull’argomento “corsi” stiamo cercando di capire se, sulla base di quanto previsto sempre dalle NOIF e alla luce di recenti pronunce giurisprudenziali, ci sia la possibilità di organizzare attività accreditate e, nel caso, quali siano i requisiti formali per poterlo fare come associazione, in sinergia e stretta collaborazione con il Settore Tecnico. Sarà una battaglia lunga, avremo a che fare con la Scuola Allenatori di Coverciano, il cui direttore, Renzo Ulivieri, è anche Presidente dell’AIAC, e temo che dovremo affrontare un percorso complesso, ma lo affronteremo con grande determinazione ed impegno, perché secondo noi, e chi ci supporta, è assolutamente fattibile. Il Settore Tecnico dovrà fornirci delle risposte”.
Mauro Predari, allenatore Uefa B, responsabile della formazione, ci tiene a chiarire che “la sensazione è che in certi contesti debba passare il messaggio secondo il quale, a quanto pare, Settore Tecnico e AIAC sarebbero gli unici portatori del sapere calcistico nazionale. Mi sembra un po’ presuntuoso, ma il contenuto ed il tenore di certe mail ricevute dal nostro team legale, direttamente dal ST, lasciano intendere questo concetto, emergendo chiaramente il senso dell’esclusività cui mi riferisco. Sono tutte cose da chiarire e le chiariremo. Unica cosa certa è la grande confusione che oggi regna in materia di qualifiche: la licenza D, ad esempio, non è una qualifica riconosciuta dalla UEFA, ma per qualcuno probabilmente son solo dettagli, quando addirittura i programmi di studio ricalcherebbero, a detta di alcuni, quelli del vecchio corso UEFA B. Grosse perplessità e segnalazioni sono pervenute anche in relazione ai criteri di accesso. Stiamo cercando di dare un senso ad un piano formativo che sia inclusivo ed accessibile a tutti, realizzazione di corsi che prevedano regolari esami di abilitazione, e soprattutto programmi che siano al passo con i tempi. Innovazione significa anche saper guardare oltre confine, e lo stiamo già facendo”.
Concludono Perelli e Consoli: “Potremmo elencare altri cento problemi ma credo che si sia già detto abbastanza. Vogliamo solo chiarire una cosa, ed una volta per tutte: ADA non vuole essere l’antagonista di AIAC, piuttosto cerca e vuole il confronto con le varie componenti (includendo LND, Comitati Regionali e Delegazioni Provinciali) per verificare che sul territorio ci siano rispetto delle norme e operatività, non il senso di abbandono lamentato e denunciato da molti tecnici. A.D.A. vuole crescere e nel contempo migliorare il sistema dilettantistico, operare nell’interesse di tutti, non solo di pochi o dei “soliti noti”, secondo la logica della “pacca sulla spalla” per risolvere i problemi accantonandoli, o dello “struzzo” che non vuol vedere le evidenze. A.D.A. mira a formare ed informare, verificare, controllare, ascoltare e rispondere. E se serve, denunciare. Se in certi ambienti o lobbies il nostro modo di pensare il calcio rappresenterà un problema, bene, vorrà dire che abbiamo centrato il bersaglio, e che accanto ad un calcio probabilmente marcio e che il sistema è veramente da cambiare. Ci tengo a sottolineare che molti del nostro gruppo sono ad oggi associati AIAC e continueranno ad esserlo, perché l’unione fa la forza, quando però, tra gli interlocutori, è manifesta la disponibilità ad ascoltarsi e costruire assieme un futuro migliore, ribadiamo, nel rispetto delle regole”.
Nel direttivo, insieme a Perelli e Consoli, l’avv. Federica Brumana nella carica di Vicepresidente, Massimo Cuppini Tesoriere, mister Roberto Bonati, mister Claudio Prandelli e mister Mauro Predari, nella carica di Consiglieri. Mauro Predari, come detto, ricopre anche il ruolo di Responsabile della Formazione.
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