Bergamo
– “Traore? Non è che se ha esordito segnando in A con la prima squadra debba caricarsi la squadra sulle spalle. Amad non ha bisogno di tanti consigli o di essere gestito: è un ragazzo con la testa a posto che sa come essere utile ai compagni. Ma questa Supercoppa Italiana ce la siamo meritata come gruppo”. Massimo Brambilla e il suo assistman, un idillio anche a bocce ferme.
La Primavera dell’Atalanta si affida al suo condottiero e al suo uomo di punta nel momento di gloria per battere la Fiorentina nella sfida in casa tra scudettata e vincitrice della Coppa Italia: “La soddisfazione per la vittoria è doppia. Primo per l’ambiente, per uno stadio con tanti tifosi che all’inizio ci ha messo tanta tensione e frenesia addosso – prosegue in tecnico dell’Under 19 nerazzurra -. E poi per aver avuto meritatamente la meglio, come occasioni e come modo di giocare, in una partita secca. Con un trofeo in palio è diverso da una partita di campionato o di coppa”.
Un match a due teste, a parte quella di Roberto Piccoli per aprire le danze e il raziocinio usato da Manu Gyabuaa per chiuderla dopo un rigore farlocco grazie alla combinazione con l’hombre del partido: “Nel secondo tempo ho visto i ragazzi più liberi di testa. La Fiorentina ha avuto le palle per pareggiarla, ma anche noi abbiamo creato le nostre: facendo il conto delle chances la Supercoppa è finita nella bacheca giusta”.
In chiusura, la sintesi di pregi e (relativi) difetti dell’ammiraglia del settore giovanile di Zingonia: “A volte subiamo il ritorno di fiamma degli avversari, non è soltanto una circostanza della finale con i viola – osserva Brambilla -. Intanto stiamo sviluppando l’attitudine a soffrire difendendo anche più bassi del solito. Contro giocatori coi numeri come Koffi e Duncan sapevamo che non sarebbe stata una passeggiata come invece dicevano molti”.