Chiamiamola la valle del pallone, passata in una manciata d’anni da Cenerentola del calcio bergamasco alla zona più vincente dell’ultima stagione sportiva. Strutture da urlo, con tre campi sintetici di ultima generazione dove giocare è un godimento, due golden boy all’esordio in Serie D, tra i semiprofessionisti, e poi club che fanno rete per vincere in tutte le categorie.

E’ la montagna dei fratelli Monaci, Roberto, ds del Villa Valle, Luca, presidente del San Giovanni Bianco, due che sulla carta d’identità dovrebbero avere “nazionalità brembana” tanta è l’appartenenza. E il pallone ne giova, perché il campanilismo di un decennio fa è sparito, e l’organizzazione a guida giallorossa regala benefici lungo tutta la strada. Ogni anno una ventina di ragazzotti dello splendido vivaio della società brillantemente presieduta da Piergiorgio Castelli vanno a farsi le ossa nelle prime squadre di San Pellegrino, San Giovanni, Zognese, Brembillese e Berbenno, che anche grazie ai baby talenti forgiati da Maurizio Scalvini e da Franco Genini, ora anche da Luciano Pisoni, volano nei rispettivi campionati. Di contro il settore giovanile che ha sede a Villa d’Almé è diventato lo sbocco naturale dei ragazzini della Valle che hanno maggiore talento. E la linea tracciata proseguirà quest’anno, rafforzandola con una serie di pulmini giallorossi a fare avanti e indietro quotidianamente.

Non solo la valle, anche società amiche a qualche chilometro, proprio là dove inizia la Valle Imagna. E’ il caso del Lemine Almenno, che nel 2017-2018 ha avuto in prestito dal Villa Valle un calciatore dai piedi sopraffini e dal grande fiuto del gol, Marco Castelli, classe 1997, quindici golassi in Promozione, svariati assist, una manciata di partite vinte da solo. Il risultato? Sia per i gialloverdi, che hanno avuto la fortuna di poter ammirare un talento mentre stava sbocciando, che per i giallorossi, che il loro golden boy offensivo quest’estate se lo sono riportato a casa dopo un’annata di piena maturazione, pronto per alzare il sipario sul suo pallone di dribbling e bordate in quella categoria difficilissima che è la Serie D.

Classe e immensa determinazione: queste le caratteristiche di chi esce dal vivaio giallorosso. L’esempio è un altro 1997, che si chiama Alessandro Tarchini e si è fatto tutta la trafila a Villa d’Almé, diventando ora un punto fermo della prima squadra. Prospetto interessantissimo, 7,1 la media voto nella cavalcata trionfale nell’Eccellenza dello scorso anno. Difensore centrale o centrocampista che detta i tempi, tocco raffinato abbinato a una forza fisica non comune, corteggiato, ovviamente, da tanti club, ma senza manco prendere le proposte in considerazione.

Del resto a Villa è così, il segreto di chi prende per mano un club che è sul punto di scomparire e in un giro di giostra lo  porta alle porte del professionismo sta nel fatto che la società giallorossa la si sceglie per la vita. Ne sanno qualcosa i dirigenti, perché chi vince ha sempre richieste altrove, declinate, qualche volta come è giusto pure pensandoci un minuto, dal presidente Piergiorgio Castelli come dal ds Roberto Monaci, come dal factotum Roberto Mazzoleni o da un altro uomo chiave, il team manager Luca Bordogna, fine esperto di calcio, o dal direttore generale Davide Masnada. Ti possono promettere il paradiso, ma gli amici non si mollano, tanto più se insieme si fanno grandi sogni che poi si realizzano. Accanto nel bene, accanto nel male, che, va detto, da parecchi anni non si verifica, due secondi posti, un terzo e la storica promozione di quest’anno, con due leit motiv: tutti d’accordo che c’è una prima squadra che deve vincere dando spettacolo, ma gli investimenti vanno fatti pure nel settore giovanile, il futuro, che brilla in ogni categoria, forte di quattordici formazioni, trecento atleti, una miriade di gente che arriva ogni pomeriggio al Comunale.

Chiusa la parentesi Villa, torniamo in Valle. C’è il San Giovanni Bianco, che chi scrive ama da morire per via di un uomo dall’incredibile passione, Luca Monaci, che in biancoazzurro ha fatto il calciatore, l’allenatore, il ds, fino a diventarne il presidente, raggiungendo la Prima, massimo traguardo dalla fondazione, nell’ormai lontano 1974. Capolavoro pure quello di Luca, perché il Sangio non si scorda mai, allegria e risultati, nel 2017-2018 il sogno Promozione sfumato ai play-off con l’intera Bergamasca a fare il tifo per la matricola tutta cuore, grinta e sorrisi. L’apporto del Villa Valle c’è eccome, il portiere Gianluca Micheletti, un altro della meravigliosa annata 1997, e Alessio Delle Fave, 1994, professione bomber, entrambi che il club biancazzurro vorrebbe ancora in rosa. Tanto gira intorno al Villa Valle se consideriamo che il colpo del mercato del Sangio si chiama Nicola Camozzi, uno bravo bravo, svincolato, ma pure lui cresciuto nella cantera giallorossa.

Come in ogni favola che si rispetti risultati straordinari portano pure qualche problemino. La lungimirante idea di Roberto Monaci, lasciare andare i baby a farsi le ossa in Promozione, in Prima e in Seconda, sta incontrando quest’estate qualche intoppo. Il motivo è presto detto, per alcuni ragazzi e per i loro genitori fare il campionato nazionale con la juniores del club che ti ha cresciuto vale molto di più che mettere una maglia in Prima categoria. Parliamo, ad esempio, di Luca Pesenti, classe 2000, attaccante centrale perfetto per gli schemi biancazzurri, che ha detto no al Sangio nonostante la piena disponibilità del Villa a dargli la punta in prestito per un anno.

Succede. Ma sono casi rari. Come detto, la regola è un’altra e lo sa il fantastico Sanpe del ds Stefano Tassis, altro che ha la Valle Brembana come nazionalità d’appartenenza, e che dopo il miracolo calcistico del 2017-2018, il salto in Promozione contro tutti i pronostici dell’estate, sta aspettando di accordarsi col Villa Valle per tre 2000 e un 1998, nomi ancora top secret, ma quattro che sono garanzie di successo in un pallone dove la condizione necessaria è avere forti forti quelli che fanno la regola. Federico Scuri, 1997, ottimo centrocampista cresciuto nel San Pellegrino, l’estate scorsa è andato in prestito al Sangio, e potrebbe restare in biancazzurro anche quest’anno, visti gli ottimi rapporti tra i due club.

Giallorossi che sono il serbatoio principe, ma la collaborazione, lo abbiamo visto, è pure tra gli altri club. A riprova che il neo-rinato Fratelli Calvi, Piazza Brembana, completerà la rosa della prima squadra con tre ragazzi del Sanpe. Emblematica la Zognese, altra realtà brembana in straordinaria crescita dal punto di vista dei risultati sportivi e dell’entusiasmo, che settimana prossima eleggerà il nuovo presidente. La rosa dell’anno scorso era una sorta di Atletico Bilbao della valle bergamasca, “straniero” solo Marco Rota, di Almenno San Salvatore, tra l’altro uno che nel girone di ritorno ha giocato alla grandissima. Ma scordiamoci il recente passato e parliamo dei giovani che formeranno la Zognese del 2018-2019, solita regola brembana, Luca Capelli, 1997, e Gianluca Daldossi, 2000, due giovani straingamba, entrambi di proprietà del Villa Valle, al secondo anno di prestito in blu amaranto, poi Davide Alcaini, 1995, cartellino del Sangio, a cui è andato Andrea Gritti, portierone classe 1996. Piace un sacco al ds Ernesto Gatti un talento del Sanpe, Riccardo Sonzogni, classe 1996, e sia il calciatore che il ds Stefano Tassis sono d’accordo per il prestito annuale.   

Avanti con la Brembillese, un club dalla straordinaria storia calcistica, ora in grande spolvero dopo un’annata chiusa al sesto posto in Seconda, regalando ai propri tifosi alcune partite memorabili sotto la guida di mister Stelio Chiesa, un tecnico stimatissimo nel nostro mondo. La società dell’appassionato presidente Diego Musitelli tenta la rincorsa alla Prima con quattro rinforzi brembani: Lorenzo Magoni, difensore che vede la porta, classe 1995, preso dal Villa Valle, l’anno scorso al Sangio, e Giacomo Gherardi, altro 1995, portierone, anche lui ex giallorosso, nel 2017-2018 a difendere la porta del Valle Imagna, poi Davide Forcella, centrocampista dalle grandissime doti, 2001, prestito, sempre della cantera del pres Castelli, e Fabio Pesenti, difensore 1997, dalla Zognese.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche il Berbenno, che è un club della Valle Imagna, ma vista la collaborazione con i cugini dell’altra montagna può essere considerata la sesta meraviglia del calcio brembano, prima squadra e settore giovanile che non mollano mai, grazie a un gruppo di dirigenti intelligenti e appassionati con cui è bello e costruttivo trovarsi a cena a parlare di pallone. La promozione in Prima sfumata all’ultimo secondo, un grande club, anche grazie alla collaborazione, guarda caso, col Villa Valle, che l’anno scorso ha rinforzato i gialloblù dandogli Mattia Viscardi, 1997, attaccante, e, di contro, la società del presidente Silvio Tiraboschi quest’estate ha dato in prestito ai giallorossi il ragazzotto più talentuoso cresciuto negli ultimi anni a Berbenno. Si chiama Andrea Capelli, è un 2001, fa il trequartista e, si dice, abbia una classe straordinaria. Comincerà il campionato con la juniores nazionale di mister Tarchini, poi si vedrà.

Chiuso il capitolo club, va detto che se è palese che tanto del merito va all’appassionata organizzazione delle varie società, in Val Brembana c’è pure qualcosa di calcisticamente magico. Tralasciando i professionisti, ovviamente ricordando Davide Astori, nato a San Giovanni Bianco, cresciuto a San Pellegrino, sono parecchie le stelle del nostro pallone che vengono dalla montagna in questione. Uno che ci piace un sacco è Matteo Ghisalberti, classe 1989, originario di Sedrina, fantasista, goleador e capitano del Ciserano. Poi Thomas Capelli, difensore ventitreenne dal talento cristallino, protagonista con le maglie di Villa, Grumellese, Caprino, Pro Sesto e Seregno, quindi Michele Rota, stupendo centrale anche lui forgiato a Villa e da tre stagioni punto di forza dello Scanzo. Già citati Alessandro Tarchini e Marco Castelli, ci piace parlare di Mattia Casi, altro 1997, ennesimo prodotto del vivaio di Villa d’Almé, ora a Treviglio dopo una stagione da numero uno a Ponteranica, portierone come Roberto Ghilardi, nativo di San Pellegrino, adesso in Eccellenza a difendere la porta dell’ambiziosissima Sirmet Telgate.

Brembani anche Omar Torri, ex pro, di Ranzanico, stella dell’ultimo Casazza, Stefano Traini, professione bomber, colpo di mercato del Sanpe che l’ha riportato nella sua terra dopo l’annata in Val Seriana, a Pradalunga, Cristian Cassinelli, difensore, pronto a una stagione da assoluto protagonista alla corte dello Zingonia Verdellino del presidente Filippo Cutrona.

Che dire? Il momento è magico e in Val Brembana hanno scelto di goderselo nel migliore dei modi, dandosi tutti una mano, scordandosi i campanilismi tra paesi. A riprova chi ho ascoltato per realizzare questo piccolo approfondimento sul calcio che vince in riva al fiume Brembo. Parlo di Roberto e Luca Monaci, di Stefano Tassis, di Ivan Avogadro, di Ernesto Gatti, di Silvio Tiraboschi, di Diego Musitelli e del nostro corrispondente della zona, Giovanni Vitali, sapiente e apprezzatissimo addetto ai lavori. Tutti mi hanno parlato entusiasticamente delle realtà vicine, in alcuni casi ho avvertito persino dell’amore per il club del paese accanto. Bellissime le parole di Roberto Monaci, ds del Villa, attaccato ogni domenica pomeriggio al cellulare per sapere il risultato del Sangio, di cui è stato giocatore e presidente ad appena 24 anni, il più giovane numero uno nella storia del calcio bergamasco. “Sono di lì, San Giovanni è nel mio cuore, ci resterà per sempre”: ci ha raccontato concludendo la chiamata. Ma questa è un’altra storia, che racconteremo prossimamente.

Matteo Bonfanti