dav

PAOLO BARALDI DA BERGAMO – L’ozio è il padre dei vizi, ma è anche la madre dell’arte. In questa quarantena ho capito che avere tempo, tempo da perdere, non è un peccato, anzi. Certo per noi bergamaschi è un problema morale non avere nulla da fare, ma se ci si ferma un momento, una volta tanto, non casca il mondo. La quarantena ci ha obbligati a farlo, a fare una pausa salutare, lunga certo, piena di paure e disagi, ma necessaria e in fondo, se la si sa prendere, salvifica. Credo che nei prossimi anni, come in un big bang dell’arte, si dispiegheranno per lungo tempo gli effetti generativi di questa quarantena, opere d’arte di ogni forma nate dalle ceneri e dalla riflessione profonda, obbligata, di questi giorni riempiranno il mondo,   ricordandoci   come   in   quel   lontano   periodo   di   confino   ci   siamo finalmente trovati con noi stessi, a fare i conti con un genere umano che non brilla come tanto ci eravamo illusi, basta un essere invisibile per rimetterci al nostro posto su un pianeta del quale non siamo i padroni ma ospiti più o meno desiderati.

A cura di Costanza Vismara. Se volete mandarci il vostro racconto di questi mesi, inviate i vostri pensieri a costyfura@libero.it