“Prima s’è rotto il fusibile della Bmw R26 di Denise Massenti, a Peschiera del Garda. Quindi, il filo dell’acceleratore della Vespa 50 VSA 1T di Vaner Vendramini, a Verona, che poi ha pure perso un faro. Eppure a Ravenna abbiamo chiuso quarti su ventuno squadre la prima tappa”

. Parole, musica e inizialmente accensione difficoltosa ma alla fine andata in porto, per la “Paul Picot” di Ottone Mesti, dirigente del nostro calcio e titolare di TempJob che in sella alla sua Vespa 125 GT del ’69 ha capitanato il team completato da Paolo Pezzotti su Lambretta LD: “Metà di noi senza guasti, una piccola vittoria da festeggiare a tavola”.

Il teatro delle imprese per fanatici delle due ruote vintage è la nona edizione de La Brescia-Napoli classica in moto d’epoca, sulle cui pagine social (cliccando QUI o direttamente QUI) si può, anzi si deve votare per l’equipaggio preferito attraverso un semplice like alla foto. “Ci stiamo divertendo un mondo a dispetto dei piccoli problemi tecnici comunque risolti e stiamo comunque già sfiorando il podio – ci confida Ottone prima di concedersi alla meritata cena romagnola -. Un grande spettacolo e una festa del popolo dei bikers, a cominciare dalla sfilata inaugurale mercoledì sera a Brescia. C’è un’intera famiglia con due figli che partecipa e anche un gruppo di quattro ingegneri: una passione totalizzante. Ma che nessuno scriva ancora che salviamo vecchiette per strada o ci cuciniamo bistecche sui radiatori, mi raccomando, altrimenti facciamo la figura degli sboroni e la concorrenza ci accusa di avere scrivani prezzolati al nostro servizio…”.

Ottone detto Francesco, o viceversa, nemmeno le colleghe dell’agenzia interinale di Curno l’hanno mai capito, salvo chiamarlo col nome di riserva, in questi giorni di allegre scorrazzate sul destriero di metallo non esiste nemmeno per il pallone. “Martedì, in contemporanea con l’Atalanta, ho seguito i miei della Onis Over 40 contro Praticain.it, quella che si chiamava Onis che non paga di avere gente come Imberti stavolta ha aggiunto Manu Sorti e l’architetto del centrocampo di Mondonico, Marco Sgrò, per la cronaca stipendiato dal Villa Valle come allenatore. Davanti hanno sempre Cavadini. Gente a cui piace vincere facile: sei ce ne hanno rifilate, contro una… ma solo perché non ero in campo io, a Torre Boldone”.

Anche Ottone, dopo aver fatto grande il Ranica, è stato accolto alla corte dei giallorossi di Villa d’Almè: “Infatti ho minacciato Sgrò di non fargli mangiare il panettone. Si scherza, ovviamente. Mi hanno chiamato a fare il direttore operativo, una figura in organigramma a metà tra il direttore generale Roberto Monaci e il direttore sportivo Rolando Lorenzi– chiude Mesti –. Aver trovato spazio in mezzo a due giganti del nostro calcio è un’altra grande vittoria personale. Ma fino a domenica c’è solo la Vespa in team col Paul Picot, guasti permettendo: le nostre 4 moto contro le altre ottanta”. Venerdì sera Orvieto, sabato Ariccia, patria della porchetta, domenica il traguardo in riva al Golfo natìo. Perché Ottone Mesti, per chi non lo sapesse, è di Ercolano ed è il nipote di Oreste Vigorito, il presidente del Benevento. Il sangue non è mai acqua.
Effe