Il prestito illustre Dejan Kulusevski, diciamocelo apertamente, è un rimpianto. Perché Ruslan Malinovskyi, stesso ruolo, strappato al Genk (a suon di milioni) perché ne serviva uno con esperienza in Europa da vendere, a conti fatti sta rendendo molto meno di lui. Il nazionale svedese nel Parma è sempre titolare, anche se in una squadra di cabotaggio inferiore a quel naviglio spettacoloso chiamato Atalanta, aduso ormai a solcare il mare aperto dei sogni. 12 partite più 1 di Coppa Italia, col Venezia. L’altro, giudicato inadatto a fare il mediano a tempo pieno, in pratica è la riserva del Papu Gomez e a momenti pure di Mario Pasalic quando la formula della trequarti pienotta, leggi Manchester City a San Siro, prende il sopravvento sul taccuino di Gian Piero Gasperini.
Il nazionale ucraino ha un piede sensibilissimo, senso del gioco e geometrie, oltre che una botta notevole. Però ha segnato soltanto in un’occasione, dal dischetto, all’andata contro il City all’Etihad Stadium. Il rigore se l’era procurato Josip Ilicic, è bastato tirarlo. Oltretutto ha vissuto da titolare soltanto 4 gare su 10 in campionato (Fiorentina, Roma, Lazio e Sampdoria: vittoria solo all’Olimpico coi giallorossi), restando in panchina con Genoa e Napoli, e in Champions League in Inghilterra. Per 680 minuti complessivi, al netto dei recuperi: 508 e 172 rispettivamente.
Dal confronto tra geni mancini, abbastanza impietoso, ne esce un Kulusevski dai grandi numeri. 1.083 giri di lancetta totali, anzitutto, di cui 90 nel trofeo della coccarda. Non che segni granché nemmeno lui: soltanto 2, finora, a Torino e Genoa. Conditi comunque da 5 assist, la voce che fa indubbiamente la differenza. La qualità abbinata alla quantità, perché il ragazzo del 2000 ha la stoffa per essere decisivo. Eccoli, i servizi vincenti per i compagni: con l’Udinese (3-1 fuori casa), per l’1-1 di Gervinho e il sorpasso di testa di Gagliolo; coi granata (3-2), dopo aver aperto le danze in tap-in sull’ivoriano, ad Andreas Cornelius; nel 5-1 al Genoa, infine, smarcante per il vantaggio di Kucka e ancora per il poker di Cornelius prima di chiudere lo score di destro. Domanda legittima: se il Gasp lamenta assenza di alternative dalla cintola in su, e il Kulu sa giocare anche alto a destra, perché non trattenere il millennial invece di andare a pescare altrove l’usato sicuro?
Simone Fornoni