Riceviamo e pubblichiamo il comunicato dell’Olimpia in merito al ko subito a tavolino la scorsa settimana.

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Spett.le redazione di Bergamo & Sport,
nonostante siamo Vostri lettori ed estimatori manifestiamo il nostro disappunto per una notizia da Voi pubblicata il 24 novembre scorso, sul quotidiano on-line, che a nostro avviso meritava di essere contestualizzata in modo differente.
Precisiamo che non è nostra intenzione discutere sul provvedimento del Giudice sportivo, decisione assolutamente corretta e ineccepibile; le regole esistono e vanno rispettate. Vogliamo solamente evidenziare alcune tematiche della vicenda che meritano riflessioni più approfondite, perché vanno oltre gli aspetti normativi e riguardano il buon senso.
L’U.S. OLIMPIA è orgogliosa di aver schierato un atleta classe 2001 perché il ragazzo, dimostrando grande maturità, ha meritato di poter essere inserito in un contesto di prima squadra, nonostante la giovane età. Stesso discorso per i due ragazzi del 2000, anche loro impiegati nella gara in questione.
L’U.S. OLIMPIA, come del resto crediamo la maggior parte delle squadre in ambito dilettantistico, mai si sarebbe sognata di presentare reclamo per un avvenimento del genere. Riteniamo che le partite vadano giocate sul campo e il verdetto del terreno di gioco rispettato. Non vogliamo impartire lezioni a nessuno, ma il buon senso e la sportività dovrebbero prevalere sul resto.
L’U.S. OLIMPIA ci avrebbe pensato due volte prima di riportare sulle pagine di un quotidiano sportivo la notizia in modo così superficiale (acritico). Anche qui non vogliamo impartire lezioni di giornalismo, non è il nostro mestiere. Perché limitarsi a evidenziare il KO dell’Olimpia, quando da questa partita l’Olimpia ne è uscita vincitrice morale? L’unico vero commento alla notizia (nel resto dell’articolo è riportato il testo della decisione del Giudice sportivo) fa riferimento al presunto legame di parentela con i “cugini” della Pol. Colognola. Riteniamo che alla luce di quanto evidenziato sopra, U.S. Olimpia e Pol. Colognola siano distanti generazioni. Altro che cugini.
Si sente parlare di partite truccate a livello dilettantistico (cosa indegna), allenatori che pagano per allenare (cosa ancora più indegna) e altre vicende che hanno poco a che fare con lo sport, almeno quello vero. Nelle Vostre rubriche avete egregiamente affrontato tali temi. Questa poteva essere una buona occasione per sottolineare il concetto che non conta solo il risultato.
All’U.S. OLIMPIA, non importa rinunciare al punto in classifica. Brucia ricevere i complimenti sinceri degli avversari a fine partita, per aver schierato un ragazzo del 2001, e poi sapere del reclamo.
L’U.S. OLIMPIA continua e continuerà sulla stessa strada, come del resto le numerose società sportive dilettantistiche alle prese con costi sempre maggiori, regolamenti sempre più complicati, problematiche che non stiamo qui a ripetervi. Le penalizzazioni non ci spaventano, precisiamo senza problemi che il ragazzo è stato schierato, senza deroga, anche nella partita successiva perché meritava di giocare.
Ci chiediamo, però, dove sia finito il buon senso.
Francesco Conca – Presidente Sezione Calcio U.S. OLIMPIA ASD
Omar Valenti – Allenatore Terza Categoria e Direttore Sportivo U.S. OLIMPIA ASD

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Il fatto di aver schierato un classe 2001 (e tanti altri giovani) è meritevole, e meritano applausi l’Olimpia e tutte le società dilettantistiche bergamasche che tanto bene operano sul nostro territorio, coinvolgendo i nostri ragazzi in contesti altamente educativi e formativi.
D’altro canto ci vediamo costretti a ribadire che Bergamo & Sport, per scelta editoriale, si è sempre limitato in questi anni a pubblicare le decisioni del giudice sportivo senza commentarle.
Fermo restando che una norma esiste (e deve esistere), che un giudice deve giudicare (e il giudice non poteva far altro che optare per il 3-0 a tavolino), ci sembra che la questione si riduca sostanzialmente a un quesito: è giusto il ricorso della Polisportiva Colognola 2012? Ho fatto un piccolo sondaggio redazionale: su cinque persone interpellate, tre non avrebbero fatto ricorso (“ci vuole buon senso”), due sì (“le regole vanno rispettate senza se e senza ma”).
Se mi si chiede un’opinione personale, io quel ricorso non l’avrei fatto:  perché è una gioia veder esordire un 2001 tra i “grandi”, perché almeno in Terza Categoria lasciamo che sia sempre e solo il campo a parlare, perché non è schierando un 2001 che l’Olimpia abbia tentato di avvantaggiarsi alla ricerca del risultato a tutti i costi.
Marco Neri
Bergamo & Sport