Atalanta – Milan 3-2 (0-1)ATALANTA (3-4-2-1):

Leto 6; A. Rinaldi 7, Cojocariu 6,5, Isoa 8 (31′ st Modonesi sv); Colombo 7, Araboni 6,5 (23′ st Regonesi 6), Steffanoni 6,5, Nova 7 (23’st Bolis 6,5); Gasparello 7; Michieletto 7 (40’+2′ st Martano sv), Damiano 6,5. A disp.: Lazzaroni, M. Rinaldi, Camara, Olijars, Palumbo. All.: Alessio Gambirasio 7.
MILAN (4-2-3-1): Longoni 5,5; Nolli 6, Vechiu 5,5, Cullotta 6, Tartaglia 6,5; Pandolfi 6, Arnaboldi (cap.) 6,5 (40’+1′ st Ibrahimovic sv); Plazzotta 5,5 (13′ st Zaramella 6,5), La Mantia 5,5 (13′ st Valenta 6), Lupo 6 (12′ st Pisati 6,5); Lontani 7 (29′ st Rajakovac 5,5). A disp.: Pittarella, Lo Monaco, Mazzeo, Grassini. All.: Simone Baldo 6.
Arbitro: Buzzone di Enna 7 (Gasparini di Macerata, Apollaro di Rimini; IV Bruschi di Ferrara).
RETI: 11′ pt Tartaglia (M), 5′ st Michieletto (A), 8′ e 11′ st Isoa (A), 14′ st Lontani (M)
Note: ammoniti Vechiu, A. Rinaldi e Bolis. Tiri in porta 11-2, fuori 6-11. Corner 8-7, recupero 1′ e 5′.

San Benedetto del Tronto – Dopo aver seminato come birilli nel percorso Torino, Roma e Inter sarebbe stato quasi un delitto non fare strike. Se Tartaglia non balbetta per sferrare il diagonale del vantaggio, Andrea Michieletto sfrutta la topica delle topiche del guardiano dei pali nemico e Isaac Collins Isoa prende l’ascensore doppio della rimonta da scudetto. A nulla vale l’accorciamento delle distanze di Lontani che si limita a riavvicinare i suoi. L’Under 16 dell’Atalanta conquista a “Riviera delle Palme” ai danni del Milan il primo titolo nazionale della sua storia. Decisive, per la rimonta, le situazioni da fermo, praticamente a cartacarbone, nel primo spicchio del secondo tempo.
Al 3′ Gasparello viene raggiunto in area dallo scarico da fondo di Colombo facendosi ipnotizzare da Longoni. Due minuti e Damiano converge da sinistra senza trovare lo specchio da fuori, ma sono i rossoneri ad andare più vicini al vantaggio sparacchiando alto senza incrociare con lo slalomista Lontani all’ottavo dopo aver affondato nella difesa bergamasca come una lama nel burro. Un po’ diversa l’azione milanista schioda-punteggio scollinato il decimo, quando Alessandro Rinaldi opponendosi a terga mostrate a Lupo innesca il terzino sinistro che scarica in porta dal lato dell’area piccola. Un paio di giri di lancetta e Nova sventa il bis chiudendo in angolo Plazzotta sul la del suo centravanti.
Intorno al ventesimo Colombo rientra sul mancino dal limite trovando una conclusione centrale e sporcata dal muro difensivo, mentre il gioco tra Gasparello e Nova (21′) produce soltanto una zuccata priva di potenza e direzione. Damiano ne ha una davvero enorme su un tocco sbagliato di Vechiu su ripartenza lanciata dalle retrovie al 24′, ma il portiere avversario riesce a deviare in corner. Una decina cronometrica piena e il futuro autore del pari cerca il compagno di reparto aprendo dalla destra dell’area, ma Arnaboldi recupera in scivolata, il tutto al culmine di una ripartenza di Rinaldi. Non pare proprio serata per Damiano, sempre nel vivo ma anche indeciso al momento di concludere, vedi al 36′ quando un recupero alto con assist della sua sottopunta viene vanificato dalla muraglia eretta da Nolli. In avvio di ripresa tutto si rimette nei binari grazie al pressing alto del centravanti sull’incerto Longoni, che se la fa soffiare dai piedi per il tocco di sinistro a porta sguarnita, con lo score a ribaltarsi sulla schiacciata imperiosa degli oltre centonovanta centimetri del braccetto atalantino accompagnata da Colombo dalla bandierina destra.
Damiano se ne fa intercettare una terza, anche se l’inerzia è ormai segnato, al netto della chance di sinistro dal limite del capitano milanista (14′) a rimorchio dell’avanzato Nolli. Ed ecco il terzo gol nel giro di pochissimo. La fotocopia del 2-1 vale il 3-1 col difensore atalantino stavolta all’altezza del dischetto e abbassatosi per schiacciarla con più efficacia. Il terminale unico nemico, invece, approfitta della respinta corta di Leto sul tracciante da destra della new entry Zaramella. Gasparello (17′) potrebbe chiudere, ma il suo rigore in movimento, pur spiazzando Longoni, è uno sciupio della palla d’oro di Damiano. Qualche schermaglia ancora specie da palla inattiva, con Martano a sprecare addosso all’ultimo baluardo.