Ve lo dico, con grande orgoglio, affetto e gratitudine: insegno in una scuola superiore. Una di quelle scuole che secondo qualcuno “fa nascere i maranza” e che secondo altri “sono scuole pericolose, mio figlio è bravo, non ce lo mando”. Eppure parecchi dei professionisti che si rendono disponibili a fare interventi in aula (elettricisti, meccanici, programmatori informatici), scoprono una realtà che, prima, non immaginavano. Entrano professionisti che, riscoprendosi persone, colgono con non poco stupore l’immensa fragilità che investe, e talvolta devasta, adolescenti, giovani donne e uomini, quei poco più che bambini e bambine che tutte le mattine escono da case (spesso sgangherate) salutando famiglie (chi ne ha la grande fortuna di averne una…anzi, già che ci siamo, ciao Mamma, ciao Papà) prendendo mezzi stra pieni, spesso in ritardo, spesso improponibili non per seguire la lezione, ma per trovare conforto. Cercare questo conforto dove? Nel compagno, nella compagna, nell’ insegnante (nel suo più dentro dentro, in questa parola troviamo il verbo segnare, lasciare il segno, che spettacolo!), nei collaboratori scolastici (che ricordi la nostra bidella, gentilissima: ci salutava, accoglieva, consolava, aiutava e sorrideva tantissimo). Forse, invece, dovremmo chiederci chi l’ha creato, il maranza, il ragazzo e la ragazza più monello e più monella rispetto a nostro figlio bravo bravo che li proprio non possiamo mandarcelo a studiare. Che magari invece potrebbe diventare un bravissimo meccanico, un ottimo idraulico, vivere una vita facendo un lavoro che gli piace guadagnando tantissimi, tantissimi soldi, che no non fanno felici, ma una parte forse ce l’hanno nella vita. Leggiamo e sentiamo notizie ed approfondimenti di scuole che non funzionano, di un’istruzione che non ha risorse, ma che invece è fortunatamente piena di Professori, educatori e personale preparato, pronto, formato e pieno di energie da dedicare a queste persone che saranno il nostro domani. Per chi avrà la voglia, la pazienza, il tempo (che grande, bella, nostalgica, romantica risorsa) di leggere questo mio blog che gentilmente Matteo, Marco, Carmelo e tutta la bellissima redazione di Bergamo & Sport mi ha concesso, cercherò di riflettere, ragionare, sfogarmi, trovare ristoro dalle vicende quotidiane di un lavoratore della scuola che non si reputa di certo privilegiato per tre mesi di vacanza (ma quando mai, tra l’altro?) ma si sente stra fortunato di insegnare, educare e cercare di accompagnare una categoria di persone stra bellissima: le nostre giovani allieve ed i nostri giovani allievi. Se quindi mi leggerete, vi chiedo di scrivermi alla mia mail (danielebenvenuti91@gmail.com), commentare, contattarmi, mandarmi piccioni viaggiatori per darmi testimonianze, per sgridarmi, o speriamo anche per mostrarvi d’accordo con quanto scrivo.
Daniele Benvenuti
