Carrarese – AlbinoLeffe 1-0 (0-0)CARRARESE (4-2-3-1):

Pulidori sv; Grassini 6 (36′ st Valietti sv), Borri 7, Murolo 7, Ermacora 6,5; Schirò 6 (26′ st Doumbia 6), Luci 5,5; Caccavallo 7 (20′ st Manzari 6), Piscopo 5,5, Calderini 6 (26′ st Pasciuti 6); Infantino 6,5. A disp.: 22 Mazzini, 3 Imperiale, 4 Agyei, 14 Pavone, 16 Fortunati, 18 Fantini, 28 Cais. All.: Silvio Baldini 6,5.
ALBINOLEFFE (3-5-2): Savini 7; Canestrelli 6, Mondonico 6, Riva 6,5 (25′ st Tomaselli 6,5); Gusu 5,5, Gelli 6,5, Genevier 5,5, Giorgione (cap.) 6 (39′ st Nichetti sv), Petrungaro 6 (25′ st Ravasio 6,5); Galeandro 5,5, Manconi 5,5. A disp.: 24 Paganessi, 31 Caruso (p), 3 Berbenni, 8 Trovato, 9 Cori, 10 Gabbianelli, 14 Maffi, 27 Miculi, 29 Ghezzi. All.: Marco Zaffaroni 6.
Arbitro: Di Marco di Ciampino 6 (Arena di Roma 1, Zezza di Ostia Lido; IV Marcenaro di Genova).
RETE: 12′ st Infantino (C).
Note: pomeriggio piovoso. Espulso Baldini (all. Carrarese) al 35′ pt per proteste. Ammoniti Gelli, Murolo, Ermarcora, Luci, Canestrelli e Galeandro per gioco scorretto, Calderini per proteste, Gusu per simulazione, Pulidori per ritardata rimessa in gioco. Tiri totali 14-6, nello specchio 4-0, respinti 3-0, parati 3-0. Corner 7-2, recupero 1′ e 4′.

Carrara – Se non si scaldano mai i guantoni al signore sistemato tra i legni, si subisce in eccesso, si sbaglia a porta spalancata e si becca l’eurogol subito dopo, la sconfitta è scontata. Il riassunto della sedicesima giornata dell’AlbinoLeffe nella tana della Carrarese, abbonata ai quartieri alti e per lo meno con gente che vede quel rettangolo magico. Non così i blucelesti, fermi ai 3 pareggi nelle precedenti 4 giornate (col Como il quarto dei cinque ko, il 22 novembre), senza bottini pieni dal 25 novembre a Lucca, nel recupero della nona giornata. Si resta a quota 21 sotto la zona playoff e devono risalire la china in quel che rimane del girone d’andata: trittico Piacenza-Pontedera-Lecco, in rigida alternanza casa-trasferta, ma nel 2020 solo cogli emiliani, mercoledì 23 alle 15 al “Città di Gorgonzola”: il 10 e il 17 gennaio le altre.
Primo sussulto all’ottavo, quando l’apertura da sinistra di Manconi, pescato dalle retrovie da Canestrelli sul filo dell’offside, trova il rimorchio dell’accentrato Gelli, che sul velo di Giorgione alza però la mira di sinistro dalla lunetta. La mezza chance ridesta i padroni di casa. Un poker di lancetta e Riva è bravo a metterci la faccia per stoppare la svettata di Caccavallo, servito a rientrare dall’out opposto da Calderini; al 14′ ci prova il mastino Borri a battezzarla a volo d’angelo, dopo lo scambio tra l’esterno alto a destra e Luci dalla bandierina con cross del primo, con palla a lato di un amen. Di qua la catena mancina è la sola a parer funzionare a sprazzi e un recupero personale proietta alla fuga ancora il bomber milanese, oggi col rientrante Cori, ex di turno, come backup, ma la chiusura di Murolo (18′) ne frustra la discesa a rete. Al 23′ Schirò punta il vertice sinistro tirando alle Alpi Apuane, comunque un chiaro segnale che bisogna stringere i denti tirando i remi in barca, vedi Genevier che la fa da libero aggiunto (28′) e anzi da spazzino per impedire alla sortita di Calderini di raggiungere un compagno per la deviazione vincente. Si soffre, anche troppo: al 33′ è Galeandro a chiudere la girata sempre del difensore centrale di casa avvezzo agli sganciamenti, sull’onda lunga del calcio da fermo del solito Caccavallo dall’out destro. Il focoso Baldini viene allontanato dalla panchina per proteste (35′, c’è il vice Massimo Maccarone), eppure i suoi non sembrano perdere il ritmo, perché si scollina al quarantesimo e le occasionissime salgono al tris in meno di sessanta secondi. Savini chiude la strada a Ermacora con la sua respinta deviata in fallo di fondo da Canestrelli, quindi vola a togliere dallo specchio la schiacciata in terzo tempo di Piscopo sul corner da sinistra del tiratore-passatore scelto in gialloblù e infine dice di no a Schirò, difendendo il palo di competenza, prima che il mediano scuola Inter sprechi il tap-in oltre la riga.
Una metà gara suggellata dalla zuccata in abbassamento di Infantino fuori misura, nuovamente da situazione inattiva e dal lato contestuale al piede migliore della squadra. Eppure in avvio di ripresa, cinquina esatta, Jacopo l’attaccante – 8 all’attivo finora, di cui 4 al “Porta Elisa” – potrebbe firmare l’insperato 1-0, lanciato inavvertitamente dal retropassaggio di Luci, se non aprisse troppo il piatto destro. All’alba del secondo tiro seriano del confronto, la porta, nella fattispecie un po’ meno a sinistra dei guantoni di Pulidori vanamente protesi in uscita sbracciante, resta un miraggio. Il castigo piove gelidissimo al 12′ sotto forma del gol della domenica di Infantino anticipato al sabato, con cappello d’asino in testa a Genevier che perde la sfera calciando corto un piazzato dalla destra per la corsetta con allungo di Caccavallo, bravo a servire il suo centravanti che leggermente decentrato a destra trafigge il portiere ospite con un destro a scendere nell’angoletto opposto. Due giri di cronometro e si capisce quanto la tessitura della manovra per i bergamaschi in bianco sia un problema grosso, se è vero che il capitano sannita deve accentrarsi sganciando la botta bassa da poco meno di una trentina metrica. Ovviamente imprecisa. Qualche schermaglia, ma succede quasi niente. Anche se il finale si ravviva, non basta. Al 35′ Gelli, ormai virato a destra con Gusu dall’altea parte, spondato di petto dalla new entry Ravasio sul traversone di Giorgione, perde l’attimo in sospetto fuorigioco facendosi alzare in angolo dalla schiena di Murolo un ibrido davanti al vertice destro dall’area piccola, per poi sparare in curva la seconda palla concessa della difesa nemica sulla parabola di Genevier con duello aereo per il biondino dell’Isola. A un settebello dal novantesimo l’unica altra freccetta del secondo tempo marmifero, col piazzato mancino di Manzari a sorvolare il montante (fallo di Tomaselli sul match winner). Lo start del recupero vede infine Galeandro scheggiare malaccio l’attrezzo di cuoio gettando alle ortiche il possibile punticino senza sfruttare l’ammollo di Tomaselli da sinistra non intercettato dallo stacco di Ravasio. Che poi da terra (49′) asseconda la discesa con sinistro largo di Nichetti.