GENOVA

– Atalanta da scudetto. In trasferta. Vince e domina a Marassi con un 3-1 perentorio, quarta vittoria su cinque partite lontano da Bergamo ma stasera non conta rammaricarsi per i punti persi in viale Giulio Cesare. Stavolta è stata una partita giocata con la massima attenzione e con sagacia tattica esaltata dal gol di Zapata, protagonista anche sull’autorete di Askildsen, e dalla perla finale di Ilicic che ha risposto con una rete da spettacolo ai fischi della curva sud doriana. L’Atalanta non ha mai arretrato il suo perimetro di gioco, sempre avanti anche perché la Sampdoria non si è chiusa e ha cercato di sfruttare Caputo con lanci lunghi e meditati, è andata bene solo una volta ma poi notte fonda perché ha cominciato a brillare la luna atalantina. In trasferta questa squadra non dà adito a dubbi e ad incertezze, gioca, segna e mette in ambasce gli avversari. Succede in campionato ma anche in Champions, nonostante la sconfitta all’Old Trafford. E anche a Marassi si sono contati gli assenti, ai quali va aggiunto Palomino, uscito al termine del primo tempo per noie muscolari, sabato con la Lazio sarà comunque assente per squalifica, essendo in diffida.
Tante le stelle lucenti nella serata ventosa di Genova: Lovato e Scalvini senza macchia, De Roon portentoso, Freuler e Koopmeiners facitori di gioco e di lotta, i due laterali con Maehle propositivo e Zappacosta autore di due cross dai quali sono scaturiti i gol di Zapata e l’autorete di Askildsen. Poi Pasalic a riannodare il filo dell’attacco, Malinovskyi ispirato, Zapata micidiale bazooka, poi Ilicic che è stato martoriato da Chabot ma poi ha estratto la perla del 3-1. E con gli spazi aperti anche Miranchuk ha sfruttato le occasioni, senza dimenticare Pezzella e Musso che nel primo tempo ha salvato il vantaggio. Un’orchestra autentica.
Gasperini è fedele alla linea: poiché Toloi e Demiral sono ancora ai box, modifica di poco la formazione che ha pareggiato con l’Udinese, conferma De Roon in difesa, Koopmeiners affianca Freuler, poi Pasalic nel suo ruolo naturale dietro le punte Zapata e Malinovskyi. D’Aversa propone il 4-3-3 con Candreva che affianca Gabbiadini e Caputo, fa esordire dal primo minuto Radu Dragusin, centrale o esterno destro classe 2002, romeno, proprietà Juve, al posto dello squalificato Bereszinsky mentre Murru sostituisce Augello.
E’ un primo tempo a ritmo sostenuto con l’Atalanta subito all’attacco. E infatti i nerazzurri sfiorano il gol prima con Zapata su assist di Malinovskyi e quindi con Maehle su cross di Zappacosta. La Sampdoria predilige i lanci sfruttando la difesa alta dell’Atalanta. Così passa in vantaggio: lancio di Thorsby per Caputo che sfugge a Palomino e batte Musso. C’è Zappacosta a tenere in gioco l’attacante doriano. Cambia tutto Gasperini: Koopmeiners va sul centrodestra, anche le posizioni dei due laterali: Maehle a sinistra, Zappacosta a destra. E’ una mossa vincente, intanto Palomino viene ammonito, è in diffida e salterà la partita con la Lazio. In pochi minuti l’Atalanta realizza una doppietta con Zapata (anche se il primo si rileverà un autogol di Askildsen). Nerazzurri in pieno controllo della partita, non hanno difficoltà a smorzare le iniziative dei doriani sempre pronti a lanciare Caputo che sfiora il pari ma salva Musso. Sulla destra De Roon domina: insuperabile in difesa, lesto a lanciarsi in avanti, in mezzo Malinovskyi crea problemi agli avversari che non riescono a frenare le sue iniziative mentre Freuler e Koopmeiners presidiano il centrocampo, attenti alle folate offensive della Sampdoria.
All’inizio di ripresa Palomino chiede il cambio, è il momento di Scalvini. Poi la Sampodria attacca con la forza della disperazione alla ricerca del pari, attaccando a testa bassa senza creare grattacapi a Musso. D’Aversa le prova tutte anche con le sostituzioni ma il risultato non cambia, Quagliarella e Torregrossa non creano problemi. Invece l’Atalanta sfiora il 3-1 con Zapata e Piccoli fino al gol di Ilicic.
Giacomo Mayer