Basterebbero le semifinali di Coppa delle Coppe col Malines a renderlo immortale nel ricordo dei tifosi dell’Atalanta e non solo. Oppure la sedia brandita in casa dell’Ajax da torinista alla caccia della Coppa Uefa. Ma Emiliano Mondonico, che ci ha lasciati il 29 marzo di tre anni fa venti giorni dopo aver spento 71 candeline, è stato ben più di questo. La sua fama dalle nostre parti è naturalmente legata a quelle 299 panchine distribuite in due cicli di emozioni e soddisfazioni per tutto il popolo bergamasco e nerazzurro, una sorta di gustosissimo antipasto di quel che sarebbe avvenuto molto più tardi con l’approdo di Gian Piero Gasperini.
La Società ha rinnovato la memoria del suo condottiero di un periodo irripetibile, l’assalto all’Europa dalla serie B, in virtù però del capolavoro di Nedo Sonetti che aveva conquistato e perso la finale di Coppa Italia col Napoli scudettato di Diego Maradona, e anche nelle annate successive al rientro al piano di sopra. Mai scordare nemmeno l’atto conclusivo del trofeo della coccarda nel 1996 con la Fiorentina, anche questo – erano anni di finale doppia, ad andata e ritorno – mancato nonostante gli sforzi profusi. “Sarai per sempre il nostro Mondo”, titola la nota sul sito ufficiale.
“Oggi, lunedì 29 marzo, ricorre il terzo anniversario della scomparsa di Emiliano Mondonico – si legge -. È stato prima giocatore (1971-1972, ndr) e poi, dal 1987 al 1990 e dal 1994 al 1998, allenatore dell’Atalanta: sotto la sua guida sono state scritte alcune delle pagine più belle della storia della nostra Società. Il Presidente Antonio Percassi e tutta la famiglia atalantina lo ricordano con immutato affetto”. Il tecnico di Rivolta d’Adda, alla guida dei nerazzurri, guadagnò anche due promozioni dalla serie B all’inizio di entrambi i cicli e due qualificazioni consecutive alla Coppa Uefa uscendo al primo turno nel 1989 con lo Spartak Mosca. La prima Dea “intrusa tra le big” fu proprio la sua. Sarai per sempre il nostro Mondo. Con quel baffo spesso ironico e beffardo, senza contare la dialettica al di fuori di ogni ipocrisia: “In Italia difendono tutti i 9 dietro la linea della palla”. Il pane e salame di Emiliano Mondonico.