Lo vogliamo ricordare così: l’ultimo a parlare durante la presentazione della squadra e di tutti i dirigenti convenuti nel neonato Atletico Chiuduno Grumellese. Come fosse l’ospite più atteso. O se vogliamo, l’uomo dell’ultima parola, il garante supremo per un progetto che a questo punto viene avvolto dai mille interrogativi. Diego Belotti non c’è più e di questi tempi viene davvero difficile capacitarsi di come certe tragedie possano concretizzarsi tanto rapidamente, lasciando nell’aria un’incredulità che da par suo ti mortifica e ti stende. Ma come, proprio Diego Belotti? Quel Diego Belotti visto appena un paio di giorni prima, in occasione della presentazione della sua nuova creatura. Non poteva bastare un fatto già di per sé sconcertante, quale il fatidico passo di lato: “Don Diego” era stanco, l’aveva detto spesso negli ultimi tempi, e aveva deciso di togliere di scena la creatura che aveva amato e seguito come un padre, la Grumellese. Eppure, per quanto stanco, oltre che vessato, a suo dire, dai troppi colpi bassi ricevuti, non aveva certo maturato l’idea di tirarsi indietro, magari anteponendo altri interessi e altre passioni, che nella vita di Diego Belotti abbondavano. Il lavoro e la famiglia erano i suoi fortini: guai a tirarglieli via, lui ci metteva quel piglio, proprio dei leader, che il calcio dilettantistico ha imparato a riconoscere nei 30 anni di Grumellese. Poco propenso a farsi mettere i piedi in testa, affrontava tutto e tutti con tigna e caparbietà, senza fare prigionieri e senza lesinare stoccate agli attori comprimari più celebrati, in primis Atalanta e Albinoleffe. Quando gran parte delle società dilettantistiche guardano con trepidazione e ammirazione all’Atalanta, alle sue gesta e alla possibilità, più o meno concreta, di intavolare un rapporto, Diego Belotti va persino controcorrente, chiudendo i ponti e ventilando, per le sue idee e il suo modo di pensare, una portata persino rivoluzionaria. Nulla deve essere scontato e nulla deve essere dovuto, quando pensi di aver subito un torto e rivendichi, da buon presidente-padre di famiglia, rispetto e dignità. Questa è forse una delle lezioni più recenti apprese da Diego Belotti. Uno che non ha mai mollato; uno che ha portato parecchio pepe nelle vicende del calcio di casa nostra, inserendoci una componente di imprevedibilità e, soprattutto, umanità.
Nik
sabato 13 Luglio 2019