Poco più di due settimane e le porte delle scuole saranno nuovamente spalancate, o forse no… Non sarà una porta disserrata ad attenderci (con quel senso di libertà che le porte spalancate, come fossero braccia aperte, ci infondono), sarà una porta aperta a metà, una sorta di veto inibitorio, un “alt” davanti al quale tutti, studenti e docenti, dovranno sostare. Ebbene sì, questa sosta ci catapulta, tangibilmente, in un tempo sospeso, in cui tutti, specie gli studenti, siamo come ancorati ad un recente passato, ad una “persistenza della memoria” di ciò che è avvenuto qualche mese fa.
Siamo come in una dimensione di attesa, di tempo sciolto, una “persistenza della memoria” nella quale tutti ci chiediamo come i nostri figli ed i nostri studenti affronteranno quest’anno scolastico. Potremmo sciogliere gli orologi e, come fa Dalí nel suo dipinto (“La persistenza della memoria”), perdurare nella memoria, nel ricordo di ciò che è stato, con quel senso di “stop”, di attesa, come ad un semaforo, un passaggio a livello in cui il treno passa ed il viaggiatore attende… Ecco i nostri ragazzi sono lì, in attesa: turni di ingresso a scuola, qualche ora di didattica a distanza, interazioni limitate con studenti di altre classi, mensa nelle proprie aule, per i più piccoli nanna nelle proprie aule… Questo senso di inappagata libertà, questa normalità agognata da tutti, specie dai nostri figli, quando arriverà? L’attesa è frustrante… Ma, persistendo nel ricordo, con forza e coraggio, con la verve, la vitalità e lo spirito, che contraddistingue i nostri ragazzi, il semaforo diventerà verde e la sbarra del passaggio a livello farà attraversare la strada ed i nostri orologi non saranno più sciolti… Torneremo tutti a scuola, con le porte spalancate…
Monica Rao