Il Loreto visto da dentro lo spogliatoio, diciassettesima puntatadi Federico Biffignandi
Per tutti i calciatori la maglia è qualcosa di sacro. E’ un simbolo, un distintivo, un oggetto in cui una società si riconosce. Più di uno scudetto, più di una calciatore simbolo che poi quelli si sa che vanno e vengono. E’ la maglia che fa la differenza, quella che distingue una squadra da un’altra. Neanche tanto i colori che quelli si sa sono poi sempre quelli e gli abbinamenti non si possono inventare più di tanto e finiscono per accumunare diverse società. E’ proprio la maglia, coi colori certo, e con una fantasia ben definita dentro alla quale ci sta la società. Hanno provato gli sponsor, le tv e la modernità in generale a cambiarle le maglie storiche, a fare disegni diversi che poco avevano a che fare con le origini ma i produttori hanno subito dovuto fare i conti con le proteste dei tifosi. Il Napoli ha azzardato la maglia mimetica ma subito hanno tutti preso la scusa che portava sfortuna per rivedere Higuain e compagni indossare quella azzurra. A tanti è piaciuta la maglia verde fluo della Juventus ma tutti si sono chiesti (ottenendo la reintroduzione) perché non far tornare in auge la storica maglia blu e gialla. Piccoli esempi di come, la maglia, sia un modo per rappresentare una società in tutta la sua totalità tanto che i tifosi si dannano l’anima ancora oggi per recuperarla quando i giocatori la lanciano in tribuna e i giocatori stessi fanno la corsa a scambiarla col proprio idolo al 90’, qualunque sia il risultato, qualunque siano gli avversari. Ebbene dalla nostre parti, a Loreto, anche noi abbiamo riscoperto il piacere per la maglia storica. Domenica infatti abbiamo indossato la nuova maglia: scudetto in alto sulla sinistra, colori rigorosamente rossoblu, sponsor di sempre e numero giallo sovrastato dalla scritta “Usd Loreto”. Manica lunga, blu, senza colletto. C’era emozione nello scoprire come fosse, ansia nell’immaginarsi in campo con un nuovo completo, orgoglio nel sapere che finalmente dopo un po’ di anni potevamo indossare una nuova divisa voluta fortemente con quei colori della società e con quelle bande verticali piuttosto larghe. Entrando in campo indossando quei simboli fa star meglio, così come fa bene entrare in campo in ordine, con un bel completo, bello esteticamente, riconoscibile, unito e comodo. Sarà stato un pizzico di tutto questo che ci ha spinto molto in alto durante la partita d’esordio della nuova maglia che abbiamo vinto con un perentorio 3-0 con un avversario molto quotato. Abbiamo giocato bene, ordinati e orgogliosi, uniti e volenterosi, umili e spumeggianti. Da Loreto insomma, come quella maglia rosso e blu che abbiamo stretto forte al momento dell’esultanza.
Ps: esultando dopo il gol domenica ho cercato con lo sguardo “Il Prep” e “Il Dire” ma non li ho trovati anche se c’erano. Volevo ringraziarli ora per essere venuti fino a lì a rivedermi sperando non sia troppo tardi. Mi avete fatto felice!