L’Italia chiude le fabbriche e le attività produttive non essenziali su tutto il territorio nazionale fino al 3 aprile. Questa la soffertissima misura annunciata dal presidente del consiglio Giuseppe Conte, dopo un dialogo estenuante con sindacati e rappresentanti industriali. E se piccole e medie imprese si erano già smarcate dai giganti (perlomeno negli ultimi giorni), le opposizioni più rigide nelle ultime ore erano arrivate ancora da Confindustria che chiedeva misure graduali e meno drastiche, quantomeno nel resto d’Italia rispetto alla Lombardia. Dal provvedimento di stop dovrebbero essere escluse le attività produttive definite come essenziali e di pubblica utilità, come – ad esempio – logistica e trasporti, farmaci e sanità, telecomunicazioni, energia e agroindustria. Supermercati e farmacie, banche, poste e assicurazioni resteranno chiaramente aperti. Il resto del lavoro sarà consentito solo in modalità smart working. Lo stop dovrebbe durare almeno due settimane.

Il governo ha deciso: fabbriche chiuse. Aperte solo le attività produttive essenziali
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