Il commento di Andrea Masiello al termine del monday night pareggiato 0-0 con l’Empoli. “Difficile commentare questa gara. Ci è mancato il gol come avete visto tutti. Dragowski ha fatto i miracoli e non siamo riusciti a trovare l’episodio chiave per metterla dentro. Avevamo tanta voglia di vincere questa partita per migliorare ancora di più la nostra classifica e quindi è naturale che ci sia un po’ di delusione. Ora rimangono sei partite alla fine del campionato e le giocheremo tutte come se fossero delle finali. Rimane il rammarico di aver lasciato questi due punti per strada, ma siamo fiduciosi perché quando l’Atalanta gioca da Atalanta c’è da stare tranquilli. Ogni settimana dimostriamo di essere sul pezzo e questo è quello che conta. Quella che arriva è la settimana più importante della stagione, ma non dobbiamo caricarci di tensione ed è fondamentale puntare a fare bene in campionato e in Coppa Italia. Se vogliamo mantenere questa posizione di classifica dobbiamo continuare a vincere. Noi però non ci facciamo problemi e continuiamo a lavorare e giocare come sappiamo fare. Se preferisco raggiungere la Champions League o vincere la Coppa Italia? Assolutamente tutte e due. Non firmo per niente perché possiamo lottare su tutti i fronti”.
Queste, invece, le parole di Roberto Piccoli, classe 2001 dopo l’esordio con la maglia dell’Atalanta in Serie A. “Sono molto contento per questo esordio. Essendo bergamasco e tifoso della Dea l’emozione è stata indescrivibile. Peccato per non essere riusciti a vincere la partita, nonostante la grande quantità di azioni pericolose create in tutto l’arco della gara. È mancato l’episodio chiave che sbloccasse il risultato perché oggi abbiamo dominato la gara dall’inizio alla fine. Purtroppo nel calcio ci sono anche giornate così. Dedico l’esordio alla mia famiglia e al presidente Percassi che ha creduto in me insieme a tutta l’Atalanta. Dopo sette anni nel settore giovanile, partendo dall’Under 14 fino ad arrivare alla Primavera, sono arrivato qui a esordire in Serie A e questo è incredibile. Se sono un predestinato perché ho bruciato le tappe? Predestinato è una parola grande. Sono un giovane che ha lavorato tanto per arrivare qui. A chi mi ispiro? Sicuramente a Zapata. Abbiamo caratteristiche fisiche e di gioco simili. Entrambi attacchiamo la profondità e giochiamo per la squadra. Questa serata rimarrà un ricordo indelebile nella mia memoria. Giocare sotto la nord è tanta roba. Anche perché da piccolo mi trovavo in mezzo ai tifosi e ora invece sono qui in campo. Non so se avrò altre occasioni per giocare. Io sono sempre pronto e il mister lo sa. Sta a lui decidere”.
Mattia Maraglio
Foto Moro