Bergamo

– Il 2022 per l’arma alpina rappresenta un traguardo storico e degno di valorizzazione. In attesa di poterlo festeggiare a livello nazionale (con l’adunata di Napoli del prossimo 14 e 15 ottobre) l’attivissima Sezione A.N.A. di Bergamo (n.d.r.: che parteciperà a sua volta con l’organizzazione di un treno speciale Alta Velocità in partenza proprio dal nostro capoluogo) ha deciso di commemorare questo evento con una serie di iniziative che partiranno da Sorisole il 2 settembre e proseguiranno con la salita al Canto Alto domenica 4.
L’origine delle Truppe Alpine va fatta risalire a pochi anni dopo l’Unità d’Italia quando si comprese la necessità di dotare il nostro esercito di un corpo d’élite che potesse validamente difendere i nostri confini montani. Da allora è stata da molte fonti riconosciuta la figura del cassanese Giuseppe Domenico Perrucchetti quale ispiratore della creazione del Corpo degli Alpini.
Dai cenni storici passiamo all’attualità. La Sezione di Bergamo vanta, a sua volta, più di 100 anni (data di fondazione 19 giugno 1921), ed è presente sul nostro Territorio come associazione di volontariato e protezione civile (ricordiamo tra le tante attività, la gestione dell’Ospedale in Fiera durante la pandemia).
Abbiamo incontrato il Presidente, Giorgio Sonzogni, per illustrarci questi importanti momenti di celebrazione e aggregazione.
Presidente, gli Alpini e Bergamo sono un connubio riconosciuto in tutta Italia. La sezione ora su quanti associati può contare?
I nostri associati sono oltre 17.000 alpini e oltre 6.000 “amici alpini” (simpatizzanti che non hanno vissuto la vita militare negli alpini) per un totale, all’ultimo censimento di 23.774 iscritti.
Ci riassuma le attività della Sezione.
Le attività della sezione sono quelle che si perpetuano da quando è nata l’Associazione che con l’evoluzione della società si sono a loro volta adeguate. Le nostre attività principali seguono lo scopo fondante dell’Associazione stessa, ovvero non dimenticare tutte le persone che hanno sacrificato la loro vita per la nostra Patria ed hanno lavorato per rendere migliore il futuro dei loro figli, dei loro nipoti, dei loro pronipoti. Il ricordo si concretizza con le nostre cerimonie semplici, civili (come l’alzabandiera in ricordo dei nostri caduti) o religiose con la celebrazione delle Sante Messe. Poi, dopo queste attività, permettetemi di dire, istituzionali, possiamo contare sui cori, le fanfare, le attività sportive (per esempio i campionati nazionali di sci di fondo hanno superato la quota delle 80 edizioni) tra le quali anche l’ultima in ordine di tempo, la mountain-bike a conferma della volontà di adeguarsi ai tempi moderni, la protezione civile, l’ospedale da campo e l’editoria, con il nostro periodico bergamasco “Lo Scarpone Orobico” che ha cadenza quadrimestrale, “l’Alpino” che è il mensile dell’Associazione Nazionale Alpini e numerose altre pubblicazioni che raccontano storie, fatti, avvenimenti della vita di montagna. L’ultima attività in ordine di tempo, visto che l’Associazione ha sempre un occhio di riguardo per i giovani, è quella dei campi scuola che solo in provincia ci ha permesso di organizzarne quest’anno ben 18 con il coinvolgimento di oltre 3.500 ragazzi oltre a tutti gli Alpini ed amici che hanno lavorato per questa importante attività.
La salita al Canto Alto rappresenterà un momento di forte emozione, un’occasione per un ricordo a chi … “è andato avanti” e a chi ha difeso i nostri confini in anni bui per la storia di questa Nazione. Ma da quella vetta partirà anche un messaggio di speranza. Cosa si sente di dire ai nostri lettori?
La decisione che abbiamo preso di salire al Canto Alto era un desiderio che stavo maturando da tempo insieme ad altri alpini. Si è concretizzata proprio lì perché il Canto Alto è un luogo a cui sono molto legati gli alpini bergamaschi in quanto 50 anni fa la nostra Sezione ha issato la nuova croce che domina tutta la nostra pianura bergamasca ed è punto di riferimento per tutte le nostre vette prealpine. La precedente croce ricordava momenti tragici in quanto era stata posta per ricordare il momento del bombardamento di Dalmine durante la II guerra mondiale. Contemporaneamente andremo sulle sei vette più significative delle nostre montagne, coalizzati con il C.A.I. ed è proprio in questa occasione che andremo a commemorare i 150 della costituzione del Corpo militare degli Alpini, avvenuto con la firma del Regio Decreto 15/10/1872, una importante ricorrenza che speriamo sia anche molto partecipata. Aggiungo inoltre con piacere il ricordo di 12 anni fa (settembre 2010) quando con l’allora Presidente Sezionale Antonio Sarti (io ero il vice – presidente) ci fu la cerimonia di inaugurazione del Rifugio realizzato dal Gruppo Alpini di Sorisole, ora diventato punto di ristoro per turisti e escursionisti della nostra montagna. Le aggiungo un altro dettaglio che non tutti conoscono. Sul Canto Alto, all’inizio del ‘900, l’Esercito incaricò il Battaglione Morbegno – 6^ plotone, comandato dal capitano Brioschi di sperimentare le nuove divise grigio-verdi. Il positivo test modificò dunque il colore della tenuta militare italiana (abbandonando il binomio blu-indaco) proprio in grigio-verde ed il battesimo si ebbe proprio sulle nostre montagne bergamasche.
Sarà possibile a tutti partecipare a questa celebrazione? Ci può dare qualche indicazione organizzativa?
Assolutamente sì. Gli interessati possono rivolgersi alla nostra sede (035/311122-310359) o alla segreteria del C.A.I. di Bergamo (035/4175475). Desidero sottolineare che le celebrazioni inizieranno venerdì 2 settembre presso il Cine Teatro di Sorisole, dove l’alpino Marco Cimmino ripercorrerà le tappe dei 150 anni del Corpo e la serata sarà allietata dal Coro ANA Voci del Brembo. Per chi parteciperà invece alla salita al Canto Alto di domenica 4 settembre il raduno è per le h. 9,45 in località Col d’Anna. Dopo l’alzabandiera, lo svelamento di una lapide a ricordo ed il saluto alle autorità, seguirà la Santa Messa celebrata dal Parroco di Sorisole, Don Stefano. Sarà presente la Fanfara Alpina di Sorisole e il Coro ANA Penne Nere di Almè.
La manifestazione potrà contare sulla collaborazione degli “Amici del Canto Alto” e del C.A.I. di Bergamo, la cui amicizia ed il comune amore per la montagna sono di lunga data.
Sicuramente! Il C.A.I. è un sodalizio nazionale che ha 150 anni (e quindi è nato prima dell’A.N.A.) ma da subito c’è stata collaborazione in quanto il minimo comun denominatore è la montagna. Non a caso i primi dirigenti e responsabili dell’Associazione Nazionale Alpini erano già iscritti al C.A.I. (all’epoca addirittura per iscriversi all’A.N.A. il vincolo era essere iscritti al C.AI.). La collaborazione con gli amici del Club Alpino di Bergamo è dunque continua e costante.
Abbiamo quindi raggiunto il Presidente del C.A.I. di Bergamo, Paolo Valoti, per raccontarci la collaborazione con l’A.N.A.
Paolo, gli alpini sono nel Dna del C.A.I. (pensiamo che tra i fondatori del Club Alpino Italiano figurava il Capitano Arturo Andreoletti, gloria dell’alpinismo dolomitico e accademico del CAI) e non solo per la comune attenzione alle montagne. Come vivete questo stretto connubio?
La montagna è nel DNA dei bergamaschi e rappresenta un’identità culturale di tutta la nostra comunità orobica. Questo comune spirito e temperamento lega i Soci CAI e gli alpini ANA della Provincia di Bergamo, e siamo uniti da un instancabile e concreto impegno per le nostre montagne e le nostre comunità delle valli bergamasche. Le realtà bergamasche CAI e ANA sono le due associazioni più numerose e dinamiche a livello nazionale, per altro molti bergamaschi sono iscritti a entrambe le associazioni CAI e ANA, e rappresentano una risorsa di passione, competenze e dedizione al servizio dell’intera comunità bergamasca anche per promuovere la solidarietà umana dell’andare in montagna insieme con passo diverso.
La presenza del C.A.I. il prossimo 4 settembre in cosa si concretizzerà?
La partecipazione delle Sezioni e Sottosezioni del CAI Bergamasco alla celebrazione del 150° di fondazione del Corpo degli Alpini sarà realizzata da cordate di Soci CAI e Alpini per portare in alto il significato di questo importante anniversario per l’Italia, in coincidenza dell’anno internazionale per lo sviluppo sostenibile delle montagne, con una salita in contemporanea per raggiungere la vetta più alta di ogni valle bergamasca e la salita del Monte Resegone 1.875 m in Valle Imagna, del Pizzo Diavolo di Tenda 2.914 m in Valle Brembana, il Pizzo Coca 3.050 m in Valle Seriana, il Pizzo Camino 2.492 m in Valle di Scalve, il Monte Bronzone 1.334 m in Valcavallina e il pizzo della Presolana 2.521 m la Regina delle Orobie.
Presidente, più volte ha sottolineato la necessità di valorizzare il patrimonio montano avvicinando le persone anche meno preparate. Abbiamo il vantaggio di avere tante montagne nel nostro territorio e la presenza storica degli alpini nelle nostre famiglie è in tal senso un elemento di coesione. I valori condivisi faranno sempre unione, anche nelle giovani generazioni?
La condivisione dei grandi valori e della scuola di vita della montagna è il ‘filo rosso’ invisibile ma essenziale che unisce il CAI e l’ANA, e pur nelle proprie peculiari finalità associative, siamo uniti per promuovere insieme la conoscenza, il rispetto e l’impegno per le montagne e le genti di montagna, a partire dalle giovani generazioni perché attraverso l’avvicinamento alla montagna e l’educazione alla natura, i ragazzi e giovani possono crescere come ambasciatori e protagonisti del proprio futuro tra le Orobie e nella nostra comunità bergamasca e in tutta la nostra società italiana.
L’anniversario delle Truppe Alpine sarà dunque un ponte tra il passato, dove le armi crepitavano tra le vette quasi inaccessibili ma difese dal coraggio, ed un futuro dove l’altruismo ed il grande senso civico potranno ancora dare tanto in termini di positività e di uno sguardo al futuro meno cupo.
Giuseppe De Carli