Ora io, le donne che mi hanno amato possono testimoniarlo, sono un uomo assai lontano dal maschilismo. Sempre e per sempre per la parità, nonostante come tutti i masculi, dall’Arabia Saudita fino alla Cina passando per l’Europa centrale, finendo in Svezia, in Norvegia, in Islanda e pure in Groenlandia, quei posti avanti avanti e freddi bestia, sogni comunque la donna barricata in casa a mandarmi cuori su whatsapp mentre sono in giro a zonzo, a sparare cazzate coi soci, valutando con loro l’evoluzione settimanale del culo della barista di fiducia.
Insomma io, un maschio medio, ma culturalmente progredito, straordinariamente migliorato da quasi quarant’anni passati in coppia, la prima volta a sei anni, alle elementari, Valeria, poi un continuo fino ad ora senza mai un giorno da singolone, penso, ovviamente, che il coronavirus sia disumano per tutti, senza distinzione di razza o di genere, una sfiga e un dolore per l’intera popolazione, la mia in particolare, quella di Bergamo, colpita a morte e scioccata, nel lutto e già nella miseria. Ma pure sento da un po’ che questa malattia sia particolarmente perfida con noi uomini, insomma abbia fatto una scelta precisa e decisa per farcela pagare di brutto di anni e anni passati a farci i cazzi nostri.
Prima la mia vita era incentrata su tre cose, il pallone, il bar, la scopa all’asse. Col calcio sappiamo come è andata, prima qualcuno da Fazio sosteneva che le partite di calcetto potremmo tornare a giocarcele tra parecchi mesi, forse a gennaio 2021, un’infinità nel migliore dei casi, altrimenti appuntamento alla primavera prossima. Quanto a vedere l’Atalanta in Europa, si parla di inizio agosto (ma la Champions la vinciamo, vero Gasp…). Tennentsine e puttanate con gli amici di sempre sono rimandate di un anno, ma è sulla scopa all’asse che questa merda di virus ha fatto il suo malefico capolavoro. Le anticipazioni uscite sull’ultimo decreto ministeriale ci dicono che potremo trovarci un minimo dal 4 maggio, ma in tre. In tre, zio pera… Non lo sanno che a scopone si gioca in quattro? Ignorano la briscola? Non si sono mai occupati delle regole del rubamazzetto, che fa schifo, ma pure quello in questo momento è meglio di niente? Vogliono obbligarci a giocare sempre e solo a Uno? Hanno la stecca con la Mattel?
Evitando polemiche, inutili e sterili in questo momento storico, due parole anche sull’altra parte del cielo, donne tra l’altro assai stressate dalla nostra costante e ingombrante presenza tra le mura di casa. Ora che lavoro poco e male, mi occupo un minimo delle faccende legate al nostro appartamento. Questa mattina mi sono alzato e ho lavato i piatti, rassettato la cucina, sistemato la sala, dato la polvere in bagno. Ci ho messo due ore, alla fine ero stremato, arrabbiato, intristito, smunto, e con addosso un paio di chili in meno. Per inchieste giornalistiche fatte in precedenza, ho evitato di dare il Vetril alle finestre.
Resta che le pulizie sono disumane. Facciamo che la meniamo a Conte, Zingaretti, Di Maio, Salvini, Fontana e compagnia bella, e che noi non le facciamo più. Né voi donne né noi uomini, scegliamo che versiamo la metà dei loro stipendi a cinque zeri per pagare qualcuno per farcele ogni settimana, gente che merita e che per una tortura del genere deve prendere almeno come i due famosi Matteo, che passano raramente in parlamento, ma che hanno in busta paga sempre e comunque più di un ventello netto al mese…
Matteo Bonfanti
A mio papà, Marco, straordinario giocatore di scopa all’asse, il migliore della Lombardia. Una chiacchierata con lui e con sua moglie Angela mi ha ispirato questo articolo