Il cielo da ieri è sempre più azzurro anche per Rafael Toloi. Dall’azzurro alternato al nero dell’Atalanta a quello dell’Italia che lo ha convocato per la prima volta.
“Per me è davvero un sogno”.
Sono state queste le prime parole, al sito ufficiale dell’Atalanta, di Rafael Toloi dopo aver ricevuto la convocazione dal CT Roberto Mancini.
“Se me lo aspettavo? Ultimamente un po’ se ne era parlato. Ho preso la nazionalità italiana da più di dieci anni, ma solo un paio di mesi fa la FIFA ha dato l’autorizzazione a poter essere convocato per l’Italia. Ho giocato 200 partite con la maglia dell’Atalanta e la duecentesima è stata in Champions League contro il Real Madrid… Mai avrei pensato di arrivare dove sono oggi. Per questo devo ringraziare il Presidente Percassi e suo figlio Luca che mi hanno sempre fatto sentire la loro presenza, mister Gasperini che mi ha fatto diventare un giocatore più forte ed i miei compagni di squadra che mi hanno sempre supportato. Ed un grazie speciale è rivolto alla mia famiglia ed agli amici, il loro sostegno è stato fondamentale. So che la responsabilità è grande, ma, come sempre, darò il massimo”.
Strana la storia di questo non ancora 31enne arcigno difensore dai piedi buoni, nato nella regione del Mato Grosso, dove nel dopo guerra era emigrato suo nonno, il signor Toloi da Treviso.
Dalle colline del Prosecco ai confini della foresta brasiliana in cerca di una fortuna trovata dal nipote, emigrante alla rovescia, tornato in Italia mezzo secolo dopo i suoi avi.
Di Toloi si parla sempre poco. Per esempio pochi sanno che la fascia di capitano lasciata a dicembre dal Papu Gomez l’ha ereditata lui, per meriti sul campo e per l’anzianità di servizio.
Toloi, classe 1990, trent’anni compiuti a ottobre, è approdato a Bergamo nell’estate 2015, nell’ultimo anno prima dell’era Gasperini.
Di quella Dea che lottava nella parte destra della classifica è rimasto l’unico superstite insieme a Marten De Roon.
Quasi sei anni a Bergamo, dove ha costruito una famiglia con sua moglie e due figli, una bimba di quattro anni e un bimbo nato pochi mesi fa. Potevano essere tre i cuccioli di casa Toloi: la sua consorte perse un figlio in una fredda serata di inizio 2019. Era il primo febbraio, un mercoledì, e quella sera si giocava Atalanta-Juventus quarto secco di Coppa Italia: vinse la Dea per 3-0. Ma a fine partita mentre gli altri esultavano Toloi fu raggiunto nello spogliatoio dalla tragica notizia della perdita prematura del feto, passando dalla gioia alle lacrime.
Non parla molto, sorride tanto, a Bergamo è un idolo silenzioso, Gasperini non ha esitato a passargli la fascia da capitano dopo l’esclusione di Gomez a dicembre.
Capitano, leader della difesa, pilastro insostituibile per Gasp. Per la difesa azzurra può diventare una colonna e data l’età garantire comunque un ciclo che lo porterebbe fino agli Europei del 2024.
Sognare non costa nulla.
Toloi in un’intervista recente con i media brasiliani aveva detto di non sperare più nella Selecao. I treni generazionali sono passati. Aveva giocato, e bene, nella under 21 verdeoro, ma senza mai fare il salto nella selezione maggiore nonostante buone stagioni al San Paolo.
Decisivo forse il passaggio a vuoto nella Roma di Garcia, alla sua prima esperienza italiana nel 2014-15: appena cinque presenze.
La Roma non lo riscatta, il San Paolo ha bisogno di soldi, lo compra un’Atalanta allora poco ambiziosa. Sono gli anni in cui il Brasile rifonda dopo la disfatta casalinga ai Mondiali 2014. Il treno verdeoro corre veloce e non si ferma alla stazione di Bergamo. Poi arriva Gasperini, arrivano le coppe europee, arriva la vetrina della Champions, ma ormai è tardi per la Selecao.
Ma Toloi ha la cittadinanza italiana per il nonno e si mette a disposizione dell’Italia: dal 17 febbraio la Uefa e la FIGC lo hanno dichiarato ‘eleggibile’, aprendo alla sua convocazione. Un altro brasiliano dopo Jorginho, un altro oriundo in lunghissima serie, anche di campioni del mondo come Camoranesi.
Fabrizio Carcano