Sven-Göran Eriksson
ha perso l’ultima partita. Il calcio, non solo quello italiano, è in lutto per un signore della panchina precursore in Italia della zona in un ambiente ancora legato a doppio filo alle marcature a uomo e a un mood tattico sparagnino, da difesa e contropiede e basta. Dei suoi anni nel Belpaese l’apice è stato alla Lazio, facendole rivincere lo scudetto, per la seconda e finora ultima volta nella sua storia, nel 2000 a 26 anni dalla prima.
Dopo una lunga malattia, annunciano i suoi cari in una nota stampa, il settantaseienne allenatore svedese è morto durante la mattinata a casa sua, circondata dalla famiglia. Le persone in lutto più vicine sono la figlia Lina; il figlio Johan con la moglie Amana e la nipote Sky; padre Sven; la fidanzata Yanisette con il figlio Alcides; il fratello Lars-Erik con la moglie Jumnong. La famiglia chiede rispetto per la propria volontà di piangere in privato e di non essere contattata. Condoglianze e saluti possono essere lasciati sul sito www.svengoraneriksson.com.
Nato a Sunne il 5 febbraio 1948, difensore da giovane con Torsby, Sifhälla, Karlskoga e Västra Frölunda fino al ritiro ventisettenne, nei suoi oltre quarant’anni di carriera da tecnico è divenuto l’unico ad aver centrato il double in tre paesi diversi: Svezia, Portogallo e Italia. Qui, cinque campionati tra cui lo scudetto laziale nel 2000 e dieci tra coppe e supercoppe nazionali. Vincitore quattro volte della Coppa Italia (Roma, Sampdoria e due con la Lazio), in Europa ha guidato la Lazio alla vittoria in Coppa delle Coppe e Supercoppa UEFA (perdendo anche una finale di Coppa UEFA con l’Inter), e l’IFK Göteborg al successo in Coppa UEFA. Col Benfica ha disputato una finale di Coppa UEFA e una di Coppa dei Campioni, persa di misura contro il Milan di Arrigo Sacchi. È l’allenatore con il maggior numero di presenze nelle competizioni internazionali sulla panchina della Lazio (43).
Nel 2001 è diventato commissario tecnico della nazionale inglese, ruolo che ha ricoperto fino al 2006, guidando la squadra fino ai quarti nei Mondiali 2002 e 2006 e agli Europei 2004. Dopo una breve esperienza nel campionato inglese, e una sulla panchina della Nazionale messicana, ha guidato la Costa d’Avorio ai Mondiali 2010, per poi tornare ad allenare in Inghilterra nel campionato di seconda divisione. Nella parte finale della carriera ha guidato alcuni club del campionato cinese e per un breve periodo anche la Nazionale filippina nella Coppa d’Asia 2019. Anche a Bergamo gli sportivi si stringono in un abbraccio alla famiglia: Svennis, o Svengo, era un grande uomo di sport e anche nella vita.
Anche l’Atalanta partecipa al cordoglio.
Atalanta BC si unisce al dolore dei familiari per la scomparsa di Sven-Göran Eriksson, non solo grande allenatore, ma anche uomo di classe ed eleganza.
Anche nella malattia che lo ha colpito, Eriksson è stato d’esempio e d’insegnamento.
Da oggi il mondo dello sport, del calcio in particolare, è più povero.