Un campo di calcio e quanto ne consegue, al servizio della comunità. C’era una volta il Sudafrica dell’apartheid e della classe dirigente boera che ghettizzava i neri, ma anche gli indiani e la gente “di colore” in genere, usandoli come manovalanza da far vivere rinchiusa nelle riserve per poveri. Le townhsip esistono ancora e il riscatto dalla minorità sociale ed economica, per le popolazioni autoctone, è ancora di là da venire. Un progetto di formazione sportiva e umana, portato avanti dal bergamasco Roberto Rota, proprio attraverso il pallone vuole provare a far breccia nel muro di povertà ed emarginazione a Lwandle, una township, appunto, o chiamiamola sobborgo per africani neri abbandonando ogni ipocrisia, di Strand, una ricca città-resort sul mare a est dell’area metropolitana della capitale legislativa Capetown (o Città del Capo).

I due colleghi del progetto benefico del bergamasco Rota sono Ranieri Salvini ed Alessandro Celestre. L’obiettivo di tutti e tre si riassume in tre punti principali, tutti incentrati sulla costruzione del nuovo campo da calcio per offrire ai ragazzi del posto l’opportunità di allontanarsi dalla strada e dai pericoli legati alla criminalità e alle gang. Il pallone e lo sport come porto sicuro, insomma, per cambiare vita al riparo da disagio e rischi. Dalla segregazione, anche se quella razziale ufficialmente è finita dagli anni novanta dal secolo scorso, si esce anche calciando l’attrezzo di cuoio.

Ecco i tre punti programmatici
1. Costruzione del campo da calcio: una struttura adeguata e sicura, dotata di tutte le attrezzature necessarie, per permettere ai ragazzi di praticare sport in un ambiente sano e controllato.
2. Programmi educativi e sportivi: offrire corsi di formazione per allenatori e attività educative che promuovano i valori dello sport, come il lavoro di squadra, la disciplina e il rispetto delle regole.
3. Sviluppo comunitario: coinvolgere la comunità locale nel progetto, creando opportunità di volontariato e collaborazioni con le scuole e le organizzazioni locali per garantire un impatto duraturo e positivo.

Qui il link che riporta al GoFoundMe ed al documentario dove i proponenti, alla ricerca di volontari oltre che di fondi, hanno cercato di esprimere al meglio il messaggio che vogliono trasmettere: il potere dello sport in contesti di vulnerabilità.
 https://gofund.me/d72790d4

Per vedere il video con i sottotitoli va aperto con Youtube (QUI) scegliendo i sottotitoli in italiano o in inglese.

Per contattare direttamente Roberto Rota, +39 3342828597 e robertorota97@gmail.com