‘Autorevole’ è stata probabilmente la parola più scritta e detta durante questa settimana.
🔸 Si riferisce, naturalmente, al Presidente del Consiglio incaricato, a Mario Draghi. Giorni di consultazioni per capire che squadra di governo presentare al Quirinale, ma solo il fatto di avvicinare il suo nome a quello della politica italiana ha fatto si che i mercati svoltassero prendendo la direzione del ‘sereno’.
🔹 La borsa di Milano è stata la migliore a livello globale con una performance settimanale del 7%, risultato che riporta il nostro listino a poca ‘distanza’ dai valori del febbraio 2020 (prima dell’arrivo in Europa della pandemia).
Se questa performance è una boccata i ossigeno per gli investitori, un risultato ancora più importante per tutti noi è l’andamento del ‘famoso’ spread tra i tassi dei nostri titoli di Stato e quelli tedeschi. Ha sfondato quota 100 e molti analisti prevedono che possa arrivare intorno ai 70 punti. Questo vuol dire che lo Stato italiano paga meno interessi sul debito pubblico (mostruosamente alto) e che veniamo considerati una economia meno pericolosa.
Si alzano dal coro dei partiti politici anche alcune voci che vorrebbero paragonare l’avvento di un governo Draghi a quello che fu il governo Monti, lasciando intendere che sarà un governo di austerità e rialzo delle tasse. Da molte parti si annuncia ‘prossima a venire’ la riforma delle successioni, l’avvento della patrimoniale… vedremo le intenzioni dell’ex presidente della Banca Centrale Europea come si muoverà.
📌 Gli strumenti legali e finanziari per subire il meno possibile l’eventuale innalzamento delle tasse esistono, il’ problema’ è che non tutti gli investitori ne hanno coscienza.
Che la Borsa italiana non sia il miglior indice dove investire ormai da molti anni sono quasi ‘stanco’ di scriverlo. Se facessimo una simulazione riguardante un investimento di 100mila euro sottoscritto nel 2009 oggi il nostro capitale sarebbe di 110mila euro circa, se lo avessimo investito sull’indice americano dello S&P500 sarebbero 366mila mentre sull’indice globale MSCI World ci ritroveremmo circa 210mila euro nel portafoglio (vedi grafico che ti allego).
🔺 Cosa aspettiamo ad uscire dal guscio, smettiamola di investire in titoli ‘domestici’ per poi lamentarci degli interessi praticamente nulli e delle performance irrisorie dei titoli azionari… gli strumenti adatti per raggiungere gli obiettivi ci sono.
➖Smettiamola di sottoscrivere quei ‘benedetti’ fondi (uguali per tutte le esigenze) che troviamo sui banconi, con penali di uscita e rendimenti che non rispecchiano l’andamento dei mercati. Una volta fatto il primo passo verso un tipo di investimento personalizzato i risultati cambiano immediatamente, potrei portare decine di esempi, e ci si rammarica di non aver fatto prima il grande passo.
➖Smettiamola di pensare che nel mercato azionario vi sia solo il rischio di perdere soldi. C’è anche il rischio di ottenere performance importanti sfruttando il mondo dei piani di accumulo e cavalcando i mega trend.
➖Smettiamola di chiedere il ‘capitale garantito’ per poi ottenere un rendimento lordo inferiore all’uno per cento e lamentarci dei pochi interessi.
📌 Nell’ultimo biennio abbiamo avuto mercati altamente positivi (nel 2019) e mercati che hanno mostrato tutta la loro volatilità (2020), eppure chi ha investito gestendo il proprio patrimonio e sfruttando le situazioni favorevoli oggi si ritrova con performance positive in doppia cifra mentre chi ha acquistato (ed è poi rimasto fermo sulle proprie posizioni) oggi arriva a malapena alla parità.
Ah, dimenticavo.
‼️ Qualcosa nel mondo patrimoniale italiano è già cambiato.
Si chiama «Sit» il nuovo sistema integrato dell’Agenzia delle Entrate che dal 1° febbraio riunisce in un’unica piattaforma digitale tutti i dati (atti, valori catastali, elaborati, mappe, immagini satellitari) di oltre 74 milioni di immobili in tutta Italia.
Raccogliere tutti i dati, confrontarli tra loro e razionalizzarli ha una doppia utilità:
🔹 digitalizza e rende più efficienti gli uffici ai quali ci rivolgiamo per qualunque pratica immobiliare (l’Agenzia del Territorio, la conservatoria immobiliare e il catasto), con benefici effetti per tutti noi;
🔹 rende potenzialmente possibile, per l’Agenzia delle entrate, assegnare al nostro immobile un valore indicativo più vicino alla realtà rispetto al valore attribuito dalla rendita catastale.
“Il fascino del mattone rimane immutato, perché quando torni a casa la sera non vedi il suo valore scritto sul citofono”.
Questa affermazione è vera per molti di noi: il valore della nostra casa ci interessa solo al momento dell’acquisto o della vendita.
🔸 L’Agenzia delle Entrate invece vuole avere un valore “giusto” anche in assenza di questi eventi, perché è su quel valore che si calcolano le imposte da pagare sugli immobili
Oggi tutto si basa sulla rendita catastale. La “stranezza” della rendita è che prevede un’entità misteriosa come il vano catastale e non i metri quadrati (criterio invece adottato per gli immobili non residenziali).
Per fare solo un esempio: a Milano una casa di 4 vani catastali può misurare 40 come 60 metri. Sul mercato fa una bella differenza!
Cambiare il sistema renderebbe la tassazione più equa, commisurandola al valore effettivo calcolato sui valori di mercato degli immobili.
Ma allora se è più equo perché non si fa?
Perché cambiando il sistema aumenterebbero per molti le tasse sulla casa, con evidenti ripercussioni sul malcontento dei cittadini. Si pensi che a Milano per esempio si registra una differenza anche del 176% tra quanto il cittadino paga e quanto dovrebbe pagare.
Oggi il prelievo fiscale sul “mattone” è ben rappresentato dalla torta che ti allego.
🔺 Alcune voci sono legate al REDDITO (per esempio l’Irpef per le case in affitto), altre legate ai SERVIZI (per esempio la Tasi), altre ancora collegate a TRASFERIMENTI (per esempio le Successioni e le Donazioni), altre semplicemente PATRIMONIALI (ad esempio l’Imu).
Ultima annotazione: una riforma del mondo immobiliare per semplificare e rendere il sistema fiscale più equo è suggerita all’Italia da tempo dal Fondo Monetario Internazionale (Country Report 2020, p.17) e dal Consiglio dell’Unione Europea (n. doc. Comm. 9936/19).
Che sia arrivato il momento?
✅ Fino ad oggi abbiamo sempre considerato due entità distinte le ricchezze finanziarie e le proprietà immobiliari. È ora necessario fare un salto di qualità ed avere una visione integrata di tutto il nostro patrimonio nella sua globalità.
Soltanto così riusciremo ad avere piena consapevolezza dei corretti passi da compiere in tema di pianificazione e di passaggio generazionale.
Buon fine settimana
Simone Pontiggia
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