Finora in gare ufficiali ha giocato una manciata di minuti, quelli di recupero nel finale nella vittoria contro il Genoa al Mapei Stadium a maggio. Troppo poco per giudicarlo.
Roger Ibanez Da Silva per i tifosi atalantini resta un oggetto misterioso.
Certo il centrale brasiliano ha giocato da titolare nelle amichevoli in Val Seriana e inizialmente in quelle britanniche.
Ma per l’appunto si trattava di amichevoli estive.
Eppure chi lo vede ogni giorno assicura che è un talento da valorizzare, che il giocatore c’è e il ragazzo pure.
Il tempo è della sua, arriverà a spegnere le 21 candeline solo a fine novembre.
Giovane, giovanissimo. Alla sua età Gianluca Mancini, parliamo di due estati fa, era nella medesima situazione: un 21enne oggetto misterioso che pareva lontano dal campo.
Quel Mancini, che esordi’ a Firenze a ottobre subentrando all’infortunato Toloi, e rimedio’ un altro gettone in una sfortunata gara casalinga contro il Cagliari: complessivamente a gennaio 2018 aveva inanellato solo due presenze in maglia atalantina e sembrava irrimediabilmente chiuso,
Poi sappiamo come è andata a finire.
Ora tocca a Ibanez che potrebbe ripercorrere il cammino seguito due anni fa proprio da Mancini, chiuso nel 2017 da Caldara e Palomino, bravo a lavorare in silenzio a Zingonia, in settimana, attenendo un momento che non sembrava arrivare mai per poi farsi trovare pronto in primavera.
Oggi Ibanez potrebbe essere il Mancini di due anni fa, il Caldara di tre anni fa. Fisicamente ha doti pazzesche, è forte di testa, ha piedi buoni e un tempismo promettente. E da gennaio a oggi, in otto mesi trascorsi a Zingonia, ha fatto progressi tattici recependo i diktat gasperiniani.
Due anni fa Gasp iniziò a lanciare Mancini nelle gare casalinghe con Cagliari e Chievo, quel tipo di partite dove contano anche la voglia, la cattiveria e la grinta, oltre alle capacità tecnico tattiche.
Per esempio il 6 ottobre a Bergamo arriva il Lecce.
Chissà che non ci possa essere un’occasione per Ibanez…
Fabrizio Carcano