salandrastefanodi Matteo Bonfanti

Chi ha Stefano Salandra fa un ottimo campionato, chi non ce l’ha lo rimpiange ogni maledetta domenica. Il leit motiv degli ultimi dieci anni delle nostre big di Serie D vale anche quest’anno. Il Ciserano, che ha strappato il numero nove in estate al Pontisola, è l’attuale rivelazione del Girone B  mentre i Blues, senza il loro capitano, alternano grandi prestazioni a vere e proprie giornatacce. Perché Salandra è un leader. Segna a raffica, 238 i gol segnati in carriera in Serie D (9 in questo girone d’andata, due all’Aurora Seriate), ma oltre a essere uno straordinario finalizzatore, è un calciatore dotato di un’intelligenza superiore. La sua presenza si sente moltissimo tatticamente perché è capace di far alzare l’intera formazione quando bisogna schiacciare l’avversario oppure è fortissimo se serve agire di rimessa, giocando la palla con rapidi scambi di prima sia con i compagni di reparto che con i centrocampisti che s’inseriscono.
Classe 1980, nato a Bergamo, Stefano Salandra può essere considerato uno dei giocatori che hanno fatto la storia della Serie D in salsa orobica perché in questi anni ha vestito la maglia dei tre club più importanti. Prima in gialloverde, nel quinquennio d’oro della Colognese, poi in Blues col Pontisola dei miracoli, ora in rossoblù col Ciserano, sempre a segnare e a far segnare. Chi gioca accanto a lui, gli ultimi due casi sono Nicolò Crotti e Matteo Ghisalberti, fa uno straordinario salto di rendimento perché servire Stefano Salandra è facile. Un po’ Pippo Inzaghi per l’opportunismo, un po’ Francesco Totti per la classe cristallina, Salandra ha un futuro già scritto da allenatore di qualche big bergamasca.
Perché il ragazzo è di animo buono, caratteristica fondamentale se si vuole fare il mister. La riprova quest’estate, mesi in cui ha faticato non poco a lasciare il Pontisola, compagine che gli è rimasta nel cuore dopo le straordinarie cavalcate delle ultime stagioni sia in campionato che in Coppa Italia. A convincerlo a trasferire armi e bagagli è stato il suo storico direttore sportivo, Enrico Vecchi, persona a cui il bomber è legato indissolubilmente da sempre. Viene da pensare che la coppia andrà avanti anche in futuro, tra quattro-cinque anni quando Stefano Salandra appenderà le scarpette al chiodo per accomodarsi in panchina e iniziare una seconda vita che siamo pronti a scommettere sarà gratificante quanto la prima.

 

LA SCHEDA
Nome: Stefano Salandra
Ruolo: attaccante centrale
Data di nascita: 28 luglio 1980
Residenza: Bergamo
Gol segnati nell’attuale campionato: 9
Squadra di appartenenza: Ciserano
Attuale posizione in classifica: quarto nel Girone B di Serie D

CISERANO