Ha riportato la Pagazzanese agli antichi fasti, tra le big della nostra provincia che giocano le entusiasmanti sfide del Girone C del campionato di Promozione. Con lui al comando i biancorossi sono diventati un punto di riferimento anche per quanto riguarda il settore giovanile, un vivaio in continua crescita perché ha alla base un gruppo di dirigenti e di allenatori appassionati e preparati. Nella seconda puntata della rubrica “I Signori del nostro calcio”, alziamo il sipario su Giovanni Moriggi, il presidente del club della Bassa, recente favola del nostro pallone, un uomo dalla simpatia unica.
Dal buonumore contagioso, il numero uno della società di Pagazzano ha introdotto il terzo tempo dopo le partite interne della sua prima squadra. Chi scrive, l’ha conosciuto di persona quest’estate durante un’indimenticabile presentazione di tutte le squadre del club al campo comunale di via Roma. Ex calciatore, persona intelligente e competente, è un uomo raro nel nostro ambiente perché sa ridere e scherzare, dimostrando a noi addetti ai lavori che si possono ottenere risultati sportivi strabilianti senza mai esasperare il clima intorno, ricordando ogni volta a tutti che il calcio è innanzitutto un gioco.
Pres, partiamo dall’inizio, raccontando di un mastino difensivo che era all’epoca il terrore degli attaccanti della Bergamasca… “Il Montero della Bassa (ride, ndr). Ero un giocatore così. Non avevo i piedi buoni, ma ero grintoso e sempre sul pezzo. Giocare mi piaceva da matti, prima nella Pagazzanese, poi nella Trevigliese. Il mio mister era Nado Bonaldi, un maestro, un tecnico in gamba, moderno, che metteva al centro del progetto la nostra felicità. A 19 anni sono tornato in biancorosso e lì ho avuto la mia prima grande soddisfazione calcistica: la vittoria del campionato di Terza categoria con la squadra del mio paese, di cui ora sono presidente. Gli anni più belli? Anche quelli a Vidalengo, in Promozione, eravamo un gruppo bellissimo, formato da calciatori legati tra di loro da amicizie profonde e sincere”.
Come sei diventato il numero uno del pallone a Pagazzano? “Il mio ingresso in società è avvenuto nel 1993 e devo dire che non mi sono mai pentito della scelta fatta, perché mi sono sempre divertito e, devo dire, mi diverto ancora oggi. Nel 2013 l’allora gruppo dirigenziale mi ha chiesto se mi sentivo di ricoprire la carica di presidente. Non ci ho pensato un attimo e ho detto subito sì. Con il calcio ho da sempre un rapporto di forte attrazione, sicuramente perché ho giocato, ma anche per come è organizzato l’ambito dilettantistico, dove è centrale l’aspetto sociale, perché l’idea che sta alla base è quella di dare una mano alle famiglie della zona nel percorso di crescita dei loro figli. Adesso nei nostri allievi abbiamo un ragazzo di Vimodrone, che vive in una comunità e che viene a giocare da noi. E trovo questa cosa semplicemente fantastica”.
Passiamo alla stretta attualità, come giudichi il vostro campionato? “Abbiamo iniziato bene, ora stiamo attraversando un periodo un po’ altalenante, come normale visto che siamo una matricola. Sono comunque soddisfatto sia del lavoro del mister (Diego Piacentini, ndr) che dell’impegno che ci mettono i giocatori. E a loro sono molto legato. A Pagazzano si respira un bel clima, il merito è anche dei ragazzi della nostra prima squadra”.
La squadra e il giocatore che ti hanno più impressionato in questo 2022-2023… “La Falco Albino, che gioca un ottimo calcio, veloce, avvolgente, spesso di prima e con individualità dalla grande tecnica. Dopo il girone di andata, avendo visto tutte le compagini del Girone C di Promozione, penso che la candidata al titolo sia la squadra seriana. Quanto al calciatore, faccio i miei complimenti ad Andrea Mangini, centrocampista della Fiorente Colognola: eleganza e facilità di esecuzione, gran tiro, vederlo giocare è un piacere”.
La Pagazzanese è una famiglia. Qual è stato il punto più alto della tua presidenza? “Nella massima sincerità, anche se sembra una frase fatta, dico ogni giorno che vado al campo. Se devo dire la partita che ho sempre nel cuore, mi viene in mente quella della scorsa stagione, la sfida contro il Fontanella e la conseguente festa promozione”.
Sei un grande appassionato di pallone, oltre alla Pagazzanese, quale squadra hai nel cuore? “Sono interista. E non mi scorderò mai la stagione del triplete con Mou in panchina, le emozioni vissute nella finalissima di Champions League contro il Bayer Monaco. Il portoghese è anche il mio allenatore preferito. Mi piace perché ha grinta e non è mai banale e riesce a caricare a mille qualsiasi suo giocatore. Che dire? Mourinho è un big, il migliore… Come tutti, guardo anche le partite della nazionale. E uno dei miei ricordi più belli è legato alla sfida tra Italia e Francia nei Mondiali del 2006”.
Il sale nella coda, ora che i nostri dirigenti sono chiamati a scegliere il nuovo presidente lombardo della Lega Nazionale Dilettanti… A chi darai il tuo voto? “Come tanti altri presidenti, credo che bisogna puntare sulla continuità. Dico quindi Sergio Pedrazzini, che è una brava persona e che proseguirà il lavoro svolto da Carlo Tavecchio di cui era il vice. Apro una piccola parentesi, ho avuto la fortuna di conoscere di persona l’ex presidente in occasione del gran galà del calcio bergamasco. Mi è sembrato un uomo davvero speciale. Manca e mancherà al nostro movimento, che, tengo a dirlo, ha trovato in Gianlauro Bellani (consigliere del Comitato Regionale Lombardo, ndr) e in Nicola Radici (delegato bergamasco della Lnd, ndr) due figure importanti e centrali. Entrambi sono competenti e appassionati, oltre che disponibili. Colgo quindi l’occasione di questa intervista per ringraziarli del lavoro che hanno svolto fino a qui”.
Salutiamo il presidente biancorosso ringraziandolo del tempo che ci ha dedicato e dandogli appuntamento a domenica, perché andare a Pagazzano è ogni volta un piacere. Ci sono sorrisi ed entusiasmo, c’è l’anima di Giovanni Moriggi che speriamo di avervi raccontato oggi nel miglior modo possibile.
Matteo Bonfanti
La puntata sul numero uscito ieri vede protagonisti Claudio Cambianica del Casazza e Carlo Pelizzari del Fara Gera d’Adda. Per leggere l’approfondimento www.bergamoesport.it/abbonamenti