Zingonia
– “Porto anche Nica e Giorgi. Bellini e Stendardo, invece, non ce l’hanno fatta”. Ventiquattro convocati ci sono. Che siano sani o meno è tutt’altro paio di maniche: “Niente toto-formazione, almeno fino a domenica mattina. La notizia positiva è che Lucchini è nuovamente a disposizione. Scaloni però non s’è allenato, dovrà dirmi lui se è pronto o no”. La gentile avvertenza by Stefano Colantuono assomiglia a quelle delle scatole dei medicinali. Paragone centratissimo, visto che in casa Atalanta a comandare è l’infermeria. E l’undici anti Roma è in alto mare, roba che nemmeno ad assumere scopolamina a dosi da pirata.
Figurarsi se il rebus può essere svelato prima della chiusura delle pagine da mandare in stampa: “L’ho detto, di certezze ne potrò avere solo al mattino. Il resto è pura ipotesi. Catena Del Grosso-Brivio sulla fascia? Non so nemmeno se avrò il lucchetto”. Il rompicapo del modulo, insomma, ruota intorno al maturo cacciatore di stinchi argentino: “Il sistema di gioco dipenderà anche da lui”. Come dire che o Lucchini si adatta a fungere da esterno basso, o si rischia di tornare a tre. Senza contare il riciclo di un medianaccio per turare le falle: “Arretrerò Cazzola o Migliaccio. Settimana scorsa Riccardo s’è disimpegnato bene e mi offre garanzie perché è un giocatore molto fisico, mentre Giulio è più adatto in caso di reparto di soli centrali”. Capitolo Jack, e qui i conti non tornano proprio: “Bonaventura? Avrei voluto inserirlo già contro il Sassuolo, ma vista l’emergenza dietro è rimasto in panchina. Non ha i novanta minuti, forse può tornare utile come cambio in corsa”. Incredibile ma vero, si riapre uno spiraglio per Brienza sulla destra. Passando oltre, le preoccupazioni del Cola riguardano la ricetta per non buscarle. E qui non c’è medico che tenga, finché quello del Centro Bortolotti non darà il via libera agli assenti illustri: “Io mi preoccupo solo dei presenti. Contro una big del genere, si tratta di saper aggredire senza concedere campo. Gervinho, su tutti, è micidiale in profondità. Non basterà difendere, bisogna riproporsi: una partita d’attesa sarebbe improponibile”.
Un pensierino affettuoso per il dirimpettaio, e ci mancherebbe altro per un tifoso della Lupa che dagli idoli di una vita si aspetta sempre bel gioco a go go: “Garcia è uno dei migliori sulla piazza. A differenza dell’anno scorso la Roma sa giocare anche abbassandosi e in ripartenza. Sul mercato, tra Gervinho, Strootman, Benatia e Ljajic ha preso il meglio. E non parliamo di flessione per gli ultimi tre pareggi: a Torino non era riuscita a chiudere dopo aver dominato e contro Sassuolo e Cagliari è mancata un po’ di fortuna”. E lo spauracchio non è solo nel trio davanti, comunque orfano di Totti: “Ci tocca la difesa meno battuta della serie A. Contro squadre così, quando si ha in mano il pallino del gioco bisogna garantire qualità e continuità. E concretezza, certo. Sappiamo quello che ci aspetta, ci sarà da soffrire. Dovremo essere bravi ad accorciare e a proporci”. Se in mezzo per Carmona e Cigarini il posto è prova di bomba, le incognite residue sono nei pressi dell’area: “Non ho più voglia di parlare di Livaja, l’Atalanta ha bisogno di tutti o di nessuno – taglia corto il tecnico di Anzio, che sull’argomento fa fumo dalle orecchie -. Qui abbiamo delle linee guida, altrimenti si fa fatica: Per fare risultato dobbiamo poter contare su tutti. Livaja sa come funziona e sa bene che contro il Sassuolo la sua non è stata una prestazione positiva”. In parole povere, se Maxi stazionerà as usual sulla trequarti, là davanti Denis potrebbe dover azionare i cingoli in beata solitudine. Difficile schiacciare il Frasquito a sinistra, in mancanza di soldatini bifase tipo Raimondi da piazzare sulla riga laterale per innescare la sequela difensiva del caso. Ma il condottiero ha da giocarsi il jolly dello spirito guida, ovvero il più rotto (quattro mesi di stop) in assoluto: “Bellini è una presenza, è con noi anche se materialmente non può essere in campo. È il prototipo del calciatore che mi piace: lavora, è di poche parole e non scende mai sotto il sei. Ci darà una mano anche dalla tribuna”. Lo stesso compito assegnato alla Curva: “Di appelli ne ho fatti almeno due, se serve arrivo anche a tre o quattro. Non voglio sentire storie di carri armati o altro. Ai nostri tifosi dico: facciamo solo il tifo per la nostra squadra”.
Simone Fornoni