MILANO

– Il popolo bergamasco esulta: 4-1 al Valencia. È una notte da lacrime di gioia perché l’Atalanta va oltre la sua storia e la Champions diventa una esperienza calcistica formidabile. Il primo gol di Hateboer, il 2-0 di Ilicic una perla da fuoriclasse, il 3-0 di Freuler un’invenzione allo stato puro, il secondo gol di Hateboer di corsa, di forza di potenza. Basterà per entrare tra le prime otto d’Europa? Lo speriamo. Intanto tutta Europa deve inchinarsi a questa Atalanta, plasmata da un immenso maestro di calcio, Gian Piero Gasperini, e trasformata in un’implacabile macchina da gol dai suoi attori sul palcoscenico del calcio. La prima volta di una squadra spagnola. Già l’aggettivo può essere equivocato perché evoca una pratica sessuale che si ritiene diffusa, qui significa la provenienza degli avversari. Ed è tutt’altra faccenda. Certo la Spagna, calcisticamente scrivendo, è un incubo per l’Italia, di più per le rappresentative nazionale che per i club, ma la Dea, seppur neofita in Europa, non vuole farsi mettere i piedi in testa. Intanto seguendo i segni astrologici è una notte cuspide quella tra il 19 e 20 febbraio, si passa infatti dall’Acquario ai Pesci, passioni filosofiche e una vita prospera e ricca di eventi. Impossibile annoiarsi. Sembra stampata apposta per la serata di Champions che è cominciata in anticipo quando il dibattito si è aperto sulla tattica, che è suppergiù la metafisica in filosofia (chiediamo perdono a Cartesio), del tipo: Zapata sì, Zapata no. Dibattito chiuso, senza possibilità di replica, all’annuncio delle formazioni. E il Valencia? Beh, sarà facile mancano i cinque più forti e la qualificazione è alle porte. Mai pensare queste cose quando una squadra è ferita perché si fortifica nell’anima e nel corpo. Nella storia calcistica gli esempi non mancano. Il giro continua. La prima sorpresa, all’ultimo momento Caldara sostituisce Djimsiti mentre si confermano Hateboer e Pasalic, invece di Castagne e Zapata. Gasperini non vuole le colonne d’Ercole in attacco per mandare sott’acqua i due centrali valenciani. Tra mosse e contromosse alla fine il Valencia propone il 4-4-1-1 con la mobilità dei suoi in mezzo al campo e gli spostamenti continui di Guedes e Ferran Torres, che colpirà anche un palo, ma l’Atalanta comincia come un furia ed ecco subitissimo la palla gol che Pasalic, lanciato da Ilicic, si presenta tutto solo davanti a Domenech che riesce nella deviazione. Quante mani nei capelli tra il popolo nerazzurro a cui non piaccioni i mutandoni arancioni dei giocatori del Valencia. Un obrobio ma non siamo ad una sfilata di moda. Passa il tempo il Valencia si aggiusta meglio ma è l’Atalanta a passare con Gomez che da sinistra mette in mezzo, Hateboer anticipa Gayà e segna il suo primo gol stagionale. C’è qualche assestamento da apportare perché Freuler su centrosinistra è senza avversario e non riesce a calibrare la posizione, cerca di approfittarne il Valencia con i continui cambi di posizione. C’ è il palo di Ferran Torres e un’incursione di Guedes che Mangala non riesce a trasformare in rete. Poi il gioiello di Ilicic che di destro fulmina il portiere del Valencia su assist di Pasalic. Non cambia la musica nel secondo tempo, anzi diventa sinfonica con gli stupendi, meravigliosi gol di Freuler e di Hateboer, il secondo stagionale. 4-0 dopo un’ ora abbondante, però arriva anche il gol del russo Cheryshev che guasta un po’ la nottata. Nel finale il Valencia cerca il secondo gol, l’Atalanta si difense con giudizio. Folate di qua, folate di là. Si rivedono Zapata e Malinovsky per Gomez e Caldara. I nerazzurri chiudono col 4-4- 2. C’è ache Tameze per Pasalic. Va bene tutto.
GIACOMO MAYER