Riceviamo e pubblichiamo
Spettabile redazione
da appassionato e tifoso dell’Atalanta non posso che apprezzare la gestione attuale che, con intuizioni innovative, permette di vivere una realtà calcistica a livelli sportivi mai vissuta; gli ultimi passaggi di rafforzamento della compagine societaria, anche se a scapito di un coinvolgimento dei soci bergamaschi che hanno sempre collaborato senza particolari motivazioni economiche, il livello sportivo che vede la squadra lottare per posizioni nella parte di sinistra della classifica, lo sviluppo del centro Bortolotti e il rinnovo dello stadio, confermano la validità del progetto e le sue prospettive.
L’acquisto dello stadio rappresenta un passaggio significativo nel progetto sia in termini economici (penso sia stato un elemento di peso nella cessione delle quote) che urbanistici senza dover ricorrere a speculazioni immobiliari o alla costruzione dell’ennesimo centro commerciale.
Trovo però che quest’ultima fase sia stata trascurata e un’operazione iniziata nel 2019 vedrà la fine (forse?) nel 2024; tempi quasi biblici se rapportati all’intervento, ad altre iniziative altrettanto significative in città e soprattutto, mi permetto, poco rispettoso dei tifosi, abbonati e cittadini. Si perché nel frattempo è stato chiesto un sacrificio, anche economico ai tifosi, con trasferte a Reggio Emilia, Parma e Milano, una gestione un po’ improvvisata e ondivaga nella vendita dei biglietti e dei voucher; credo che la splendida cornice di pubblico dell’ultima partita con il Lipsia, ma anche la partecipazione di tifosi alle trasferte europee, debba far riflettere sul rapporto società-appassionati (considerati invece un po’ solo clienti).
C’è un’altra componente che è stata tenuta in poco conto: il quartiere, le sue strutture e la vivibilità. E’ chiaro che lo Stadio comporta, per qualche ora alla settimana, problemi di viabilità, tranquillità e vivibilità ma lo “scambio” avrebbe dovuto essere rappresentato dal miglioramento del complesso sportivo con attività commerciali di piccole dimensioni, dalla creazione di spazi vivibili, da un parcheggio interrato al servizio di tutti durante la settimana, un’area mercato attrezzata, il miglioramento della viabilità a metà via Lazzaretto, la rigenerazione dell’impianto sportivo Utili. Tutte opere passate in secondo piano rispetto alle esigenze economiche ed organizzative dell’Atalanta con una penalizzazione degli spettatori della curva sud, gli abitanti del quartiere e i fruitori, sport di base, del “militare”. Sono evidenti le difficoltà del periodo Covid (per tutti i cantieri), dell’aumento dei prezzi (per tutti) e dell’organizzazione dell’attività sportiva (i tifosi hanno già dato con le trasferte) ma, ripeto, … ancora, cinque anni? Ma davvero l’esordio della nuova proprietà deve coincidere con l’ennesimo rinvio del completamento dello stadio? Aspetto fiducioso confermando, già d’ora a occhi chiusi, il mio ennesimo abbonamento.
Grazie per l’attenzione
Ottavio Rota