A un anno dall’inizio della pandemia, Bergamo si lecca ancora le ferite, nella consapevolezza che la luce in fondo al tunnel è ancora lontana. Il sindaco Giorgio Gori ha ancora negli occhi le immagini strazianti della scorsa primavera: a lui e alla sua amministrazione è toccato il duro compito di provare a gestire al meglio un’emergenza che non sembra avere fine. “I primi due mesi della pandemia hanno rappresentato il momento più duro – racconta -. Marzo in particolare, quando si è concentrato tutto il peggio che poteva capitare. Da più di un anno viviamo in altalena, ancora oggi non siamo fuori dalla pandemia nonostante le vaccinazioni. Anche se il peggio è alle spalle non siamo in una condizione di serenità che ci permetta di poter guardare al futuro con fiducia. Nei cittadini noto un po’ di stanchezza: hanno visto questa vicenda allungarsi mese dopo mese, e non è facile non sapere quando tutto questo finirà”. Il sindaco di Bergamo ha scritto un libro, “Il Riscatto”, in cui racconta la sua esperienza alla guida di uno dei territori più colpiti duramente dal Covid. Ma da dove passa il riscatto per i bergamaschi? “Facendo leva su quei valori fortemente manifestati durante l’emergenza in termini di coesione e laboriosità, finalizzata a dare una mano ai concittadini più fragili – spiega il primo cittadino -. La capacità di ripartire nei momenti più duri è una delle nostre risorse più grandi: Bergamo la conosco così, e so che verrà ancora fuori il cuore di una città che si è scoperta più coesa di quanto forse pensasse di essere. E’ chiaro che in una situazione del genere bisogna fronteggiare tante fatiche: alle fragilità sanitarie si sono aggiunte quelle economiche, con tanti lavoratori che hanno perso il posto. Serve il riaccendere il motore delle attività per riassorbire queste persone, magari in mansioni diverse, dando al tempo stesso soccorso a chi ha visto ridursi il proprio reddito. Una delle priorità del 2021 è proprio questa, in attesa che si ritrovi la capacità di generare ricchezza e, al tempo stesso, posti di lavoro”.
Dopo la gestione Conte, ora al timone c’è un nuovo governo: cosa ne pensa Gori dell’esecutivo Draghi? “Sono fiducioso, credo che esprima concretezza rispetto all’obiettivo di mettere in sicurezza il Paese da un punto di vista sanitario e di rilanciarlo sul piano economico. Al timone c’è una persona di grandissima credibilità in ambito internazionale, che già dai suoi primi passi ha portato avanti scelte molto nette”. Nel frattempo, mentre si cerca di uscire dalla pandemia, l’amministrazione Gori porta avanti molti progetti: “Non possiamo tornare alla normalità antecedente il virus, ma possiamo provare a guardare avanti verso un cielo più sereno. C’è un tema vaccinazioni che ci coinvolge a livello di spazi e di logistica, e che adesso è per noi la priorità. Nel frattempo stiamo mettendo mano ad alcune scelte che vogliono rappresentare un pezzo di futuro della città: a partire da alcuni grossi progetti di riqualificazione urbana come Porta Sud, fino alla rilettura della struttura del welfare territoriale e cittadino. Un bel tirante verso il futuro sarà poi Bergamo-Brescia Capitali Italiane della Cultura 2023, un progetto con il quale contiamo di riuscire a mobilitare la città a tutti i livelli”.
Infine, gli auguri del sindaco Gori alla nostra nuova testata, Il Caffè: “Mi stupisco sempre della vitalità dell’editoria e delle motivazioni profonde che spingono alla nascita di progetti come questo, al quale va il mio in bocca al lupo nella speranza che possa avere successo”.
Fabio Spaterna